L’Atalanta Under 23 giocherà le sue partite in casa allo stadio comunale di Caravaggio, un puntino nella bassa Bergamasca. Da Zingonia in macchina si impiegano neanche 10 minuti. Insomma, è tutto lì.
Circa duemila posti e un investimento, per la riqualificazione dell’impianto, da più di un milione di euro.
Guardando l’allenamento ci accorgiamo di quanto detto sopra. L’Under 23 dell’Atalanta è una squadra tecnicamente fortissima, che deve però crescere molto. Soprattutto per fare la Serie C. La stellina è Moustapha Cissé, attaccante guineano classe 2003, che ha già esordito e segnato con i grandi. Marzo 2022, zampata decisiva al Dall’Ara di Bologna alla prima in A. L’Atalanta l’ha scovato in un torneo in cui giocava con una squadra di rifugiati, i Rinascita Refugees. Nell’ultima stagione ha giocato in B, prima a Pisa poi al Sudtirol, senza brillare. Normale adattamento, Cambiaghi&co insegnano. Ora avrà l’occasione di mettersi in mostra in U23. Gasp lo segue e lui lo sa.
Non è ovviamente il solo. A destra a tutta fascia c’è Marco Palestra, classe 2005 che ha tutto per arrivare in alto. Un classico quinto gasperiniano. Ha gamba, fisico, tecnica, arriva sul fondo e si inserisce. Deve migliorare nella lucidità e nelle scelte, ma ne avrà modo e tempo. D’altronde è alla prima stagione tra i professionisti.
Poi ancora Italeng, attaccante capocannoniere con 3 gol in 6 partite, Di Serio, calciatore offensivo con un passato tra Perugia, Benevento e Pordenone a soli 22 anni e il giovane Mendicino – classe 2006 – che a Zingonia ha già stregato tutti ed è pronto a prendersi il posto. Testa e geometrie.
Uno degli ingredienti dell’Under 23 è proprio la presenza di alcuni giocatori esperti, dai 24 anni in su – che non possono essere più di quattro in ogni distinta. Al momento gli over coinvolti nel progetto sono l’ala Christian Capone (1999), che ha già accumulato un centinaio di presenze in B (le ultime al Sudtirol), l’esterno Salvatore Elia (sempre del 1999), autore di 3 reti con il Palermo, il difensore Marco Varnier (1998), la cui ascesa è stata frenata da qualche infortunio di troppo (anche l’anno scorso alla SPAL), il centrocampista Alessandro Mallamo (1999), reduce dalla parentesi al Bari e Theophilos Awua (1998) arrivato dal Crotone.
A loro, tutti compresi tra i 24 e i 25 anni, si è aggiunto il centrale 30enne Alberto Masi (1992), appena acquistato dalla Triestina e arrivato a Bergamo con il compito di mettere tutta l’esperienza maturata in Serie C al servizio della squadra.
«Il nostro scopo è formare prima di tutto uomini – ci racconta Gatti – il calcio viene dopo. È solo una conseguenza del lavoro che fai sui ragazzi. Siamo un club che punta a vincere, ma che ha come obiettivo principale la crescita del vivaio. Forse è questo il nostro segreto». Un approccio olistico, che parte dal calcio ma che va a toccare tutti gli aspetti fondamentali nella formazione di un ragazzo. «L’obiettivo non riguarda solo lo sport ma è quello di preparare i ragazzi per la vita fuori». Modello da seguire.
Plusvalenze e cessioni a peso d’oro sono il dogma di un modo di lavorare che funziona. In cui la cura del particolare e l’attenzione minuziosa verso ogni dettaglio sono la formula del successo. «Si parte dallo scouting ma c’è anche la cura verso il processo di crescita dei ragazzi. Abbiamo sempre dato molta importanza alle destinazioni in prestito, seguendo i nostri giocatori senza mai farli sentire soli. È un fattore umano prima che pratico o tecnico. È il fatto che poi siano effettivamente pronti a giocare con i grandi è solo una conseguenza di tutto questo». L’Under 23 sarà un banco di prova. Stavolta i ragazzi avranno modo di diventare grandi li, a contatto con la prima squadra. Facendosi trovare pronti all’occorrenza. Il mondo dei grandi non è mai stato così vicino.