In Europa non si segna più su calcio di punizione. O meglio, lo si fa meno rispetto al passato. Le motivazioni sono diverse, a cominciare dai ‘coccodrilli’ che si mettono dietro la barriera per evitare le punizioni rasoterra.
La Serie A è il campionato in cui si segna più gol su punizione: per adesso siamo a 9, mentre nella passata stagione a questo punto si era a 12 (al termine furono 28, ndr). Una tendenza comune anche agli altri campionati europei: ne LaLiga 2019-20 i gol su punizione erano stati 33, ben 19 a metà percorso.
I trucchetti del mestiere
Eppure, le squadre stanno facendo di tutto per mettere in difficoltà i portieri. Nell’ultima giornata di Serie A è stato Gasperini a provare un qualcosa di innovativo: Ilicic si è di colpo trovato tre compagni vicino alla palla, che sono avanzati compatti verso lo sloveno, per poi disperdersi prima del tiro. Donnarumma ha parato non senza difficoltà, un segnale che l’effetto sorpresa è ancora vivo.
La doppia barriera non è una novità e si trovano tracce già negli anni Novanta. Il segreto sta nel fatto che più è vicina al pallone, più la barriera diventa amica. I motivi? Innanzitutto, perché diminuisce la visuale degli estremi difensori avversari che hanno quindi un minor tempo di reazione. Novità che hanno preso campo dalla passata stagione, quando è stato proibito disturbare gli avversari in barriera.
Ne ha parlato così Gianni Vio, assistente tecnico della Nazionale ed esperto di calci piazzati, a La Gazzetta dello Sport: «Questo cambio ha portato tutti a lavorare di più con la fantasia: vedo una certa sperimentazione. Non è confusione ma un modo per sorprendere». Basti pensare al gol di Eriksen nel derby contro il Milan: l’Inter aveva infatti preposto una seconda barriera con il solo scopo di disturbare Tatarusanu. Obiettivo riuscito.
Il posto nella storia di Brozovic
Il primo giocatore a fare il ‘coccodrillo’ è stato il regista nerazzurro, durante un Barcellona-Inter di Champions League nel 2018. Epic Brozo si sdraiò all’ultimo, prevedendo un tiro rasoterra che effettivamente arrivò e lo respinse. Da allora il luogotenente di Conte ha rivendicato la paternità di questa mossa anche sui social e nel look. Anche se, va detto, una mossa del genere in Brasile è comune da anni.
Adesso c’è anche chi cerca nuove sperimentazioni: da notare la versione semi-eretta – anch’essa con origine sudamericana –, riproposta da Brahim Diaz in Milan-Celtic di Europa League. Il coccodrillo, però, non sempre fa male. Prendete Bonaventura in Atalanta-Fiorentina: si è adagiato su un fianco, ma l’arcobaleno di Malinovskyi è comunque finito all’incrocio.