Come funziona il reparto scouting di una squadra e quante partite vede uno scout in un weekend

by Giacomo Brunetti

Ci siamo chiesti cosa fa un osservatore di una squadra di Serie A. Ed ecco, abbiamo parlato con uno di loro per raccontarvelo. Antonio Tramontano ha lavorato nel reparto scouting della Fiorentina, arrivando a vestire i panni del capo scout per due stagioni. Ci ha spiegato cosa fa uno scout di una squadra professionistica, come lavora e come si trova il calciatore giusto da acquistare.

«La stagione dell’osservatore si divide in due parti», il gruppo di scout lavora nei primi 6 mesi guardando i principali campionati in video e monitorando i minori partendo dalle banche dati e dalle statistiche, per poi approfondire i singoli. Il capo scout coordina i viaggi degli osservatori, che spesso cambiano il loro focus ogni uno/due mesi per variare i giudizi e renderli più oggettivi e completi. Questo dipende anche dal numero di scout che fanno parte del team.

Nella seconda parte della stagione, invece, si va a fare un’analisi dettagliata dei profili individuati. Spesso vengono stilate delle top-11 da cui attingere i profili da attenzionare maggiormente. In questa fase, si vanno a vedere diversi calciatori selezionati ottimizzando i viaggi: in un weekend, se organizzato bene, uno scout riesce a monitorare fino a 6 partite, e quindi almeno altrettanti profili.

«Lo scouting dev’essere in linea con i principi di gioco dell’allenatore, ma soprattutto con l’interpretazione del ruolo e la filosofia del Club in cui si lavora», e vengono stilate anche linee di priorità dei singoli giocatori attenzionati. Un reparto scouting può variare nel numero: si va dai 3 fino a oltre 7, fino a numeri più grandi contando i collaboratori. Avere uno scout che vive verticale in una singola nazione può dare più profondità, ma conoscerà meno il contesto del Club.

«Si cercano di individuare le nazioni più affini per cultura calcistica (e non solo) a quella del Club in cui si lavora», per favorire l’integrazione sia dentro che fuori dal calcio, un fattore sottovalutato ma fondamentale nella resa dei nuovi acquisti.

Ma quanto lavora uno scout? «Nel mio team, in settimana si lavora a video e 3 weekend su 4 al mese si viaggia in Italia o in Europea. Un weekend a turno è sempre libero perché è fondamentale avere una vita sana, serena e con la famiglia».

Oggi sono sempre più importanti i dati fisici dei calciatori. Tramontano, che coordina il corso degli osservatori FIGC a Coverciano, ci racconta che «il calcio sta andando verso una dimensione dove le capacità condizionali (accelerazioni, velocità) hanno un peso rilevante nella scelta del calciatore ed è essenziale per un’area scouting conoscere i dati che vengono espressi dai calciatori di proprietà del Club in modo da poter comparare gli stessi ai calciatori che vengono seguiti».