Antoine Griezmann è uno dei giocatori più amati dai tifosi. Per la sua stravaganza, per le sue esultanze, per il suo volto innocente e sorridente, per le sue giocate delicate ma potenti. Le petit diable, Il piccolo diavolo. Affermatosi nella Real Sociedad, consacratosi nell’Atletico Madrid e adesso una delle frecce nell’arco del Barcellona.
La storia di Griezmann è scalfita da una parola: ‘no‘. Antoine era giudicato troppo basso e troppo gracile da tutti i talent scout. Nel documentario su Griezmann, The Making of a Legend, è presente un racconto dettagliato di tutte le difficoltà e le privazioni che hanno colpito l’adolescenza calcistica del francese.
Ma un giorno, nel 2005, la storia cambia. Griezmann ha 14 anni ed è in prova al Montpellier. Gioca un’amichevole, e la gioca molto bene. Talmente bene che fa impallidire gli avversari del Paris Saint-Germain, uno dei colossi francesi che ancora non è passato nelle mani dell’emiro. Rimangono tutti estasiati dalle prodezze di Grizou, all’epoca un ragazzino lontano dall’etichetta di promessa. Che forse, quel giorno, si materializza sulla sua testa. Ma il Montpellier non crede in lui, il Paris Saint-Germain nemmeno: a rimanere davvero impressionati quel giorno sono gli scout della Real Sociedad, che gli offrono un periodo di prova di una settimana. Un sacrificio anche per la famiglia di Griezmann, che crede nelle potenzialità del figlio: il periodo di prova si allunga e alla fine si trasforma in un contratto giovanile. La famiglia del ragazzo è restia a fargli lasciare la Francia, ma la Real Sociedad rassicura tutti. Vivrà inizialmente con uno scout francese del club, frequentava una scuola a Bayonne – in Francia – e la sera andava ad allenarsi a San Sebastian. E da lì è nata la corsa alla gloria.