In Francia c’è una regola che penalizza le società nella gestione dei giovani talenti. Ne ha parlato ai microfoni di France Blue il direttore sportivo del Paris Saint-Germain, Leonardo, che ha anche risposto all’accusa di utilizzare poco i talenti del proprio settore giovanile.
ESEMPI – «Non è vero dire che i nostri giovani non hanno l’opportunità di giocare in prima squadra. Possiamo parlare di Rabiot, Kimpembe, Areola, Dagba e degli altri che se ne sono andati, come Nkunku, Diaby, Nsoki… Per non parlare di Tanguy Kouassi».
LA REGOLA – «Quello che sta succedendo oggi non riguarda solo il PSG. C’è una regola in base alla quale sei obbligato a fare solo tre anni di contratto a un giovane di 16 anni e a 19 così il suddetto calciatore diventa libero. Si tratta di un regolamento veramente dannoso nei confronti delle squadre francesi e anche del movimento calcistico francese più in generale, visto che tutti gli altri club aspettano la fine di questi tre anni di contratto per portare via dalla Francia talenti ancora giovanissimi. Faccio l’esempio delle società inglese e tedesche che parlano con le famiglie e cercano di convincere i nostri ragazzi a soli 15-16 anni, questo dovrebbe essere vietato».
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AMMETTERE GLI ERRORI – «Ci siamo sbagliati anche noi e l’obiettivo è migliorare sempre di più il nostro rapporto coi giovani. Oggi abbiamo tanti prospetti come Michut, Xavi Simons, El Chadaille, tutti già nel giro della prima squadra».
KOUASSI – «Voglio spendere altre due parole anche su di lui: da noi ha giocato in Champions, mentre al Bayern è stato praticamente un anno senza giocare. Non è un rimpianto, si dice che il PSG ha perso un giovane talento, ma penso invece che a volte siano i giovani che perdono il PSG. Non a caso, in tanti poi richiamano e vogliono tornare qui».