Battibecco tra Giancarlo Marocchi e Antonio Conte, il tecnico salentino risponde così all’opinionista Sky Sport: «Buttare il cappello in aria? Quando butti il cappello in aria può succedere di tutto. C’è sempre un filo conduttore, altrimenti di che parliamo? Di chiacchiere da bar. Se il calcio è cappello in aria, tutti avanti a fare la lotta, non sono io quell’allenatore, magari ne conoscete qualcuno voi così. Io penso di aver vinto qualcosa in carriera, non buttando il cappello all’aria e andando avanti di fisico e di furore. Non posso accettare che venga detta una cosa del genere».
SULLA MANOVRA LENTA – «Diciamo che prima eravamo molto lenti e poi abbiamo alzato il ritmo, così che la palla girava velocemente. Giancarlo, quando giocavano noi erano altri tempi. Ora è tutto diverso, l’allenatore dà un’impronta. Prima era molta improvvisazione, è giusto che lo sappiate e che capite il calcio, che non è cappello in aria e tutti avanti».