a cura di Cosimo Bartoloni, Giacomo Brunetti, Andrea Consales, Matteo Lignelli e Francesco Pietrella
Cinque storie della Corea del Sud.
La maggior parte di loro è passata dal servizio di leva. Tutti dietro a Son e Kim.
Hwang In-beom è qui grazie ai tappeti
Daejeon è la quinta città più grande della Corea del Sud con una densità di 2 793,64 ab/km². In questo contesto, al quarto piano di uno dei centinaia di palazzoni sviluppatisi nel Novecento, il futuro centrocampista della nazionale sudcoreana palleggia con qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Gli inquilini del terzo piano vanno spesso dal padre, Seo-yeon Hwang, per lamentarsi. Così, per placare i rumori del figlio senza privarlo del pallone, ricopre l’intero pavimento della camera con delle coperte. Sono gli anni del Mondiale in patria, e In-beom ha appena scoperto il calcio: guarda le partite della Nazionale arrampicandosi al canestro del campetto da basket sotto casa, dove il quartiere si raduna per fare il tifo. Intorno a lui nessuno sa che quello è destinato a diventare ‘Son of Daejeon’, il giocatore più amato della squadra della città. Tanto che si distingue sempre, dal momento del suo esordio, anche quando alla prima stagione il club retrocede in seconda divisione dopo essere stato appena promosso. Nel 2018 in tanti si interessano a lui, ma è costretto a migrare in prestito per 6 mesi nello sconosciuto Asan Mugunghwa. D’altronde è l’unico modo per effettuare il servizio obbligatorio di leva senza rinunciare al calcio. Per sua fortuna, un anno dopo arriva in città Greg Anderson: è il vicepresidente del Vancouver. Invita, nel cuore della notte, il padre di In-beom per un thé. In quella chiacchierata convince la famiglia a partire per il Canada. In-beom approderà anche in Europa: dopo aver lasciato il Rubin Kazan a causa della guerra, adesso è una colonna dell’Olympiacos.
Lee Kang-in non conosce Ciccio Graziani, ma ha fatto Campioni
Talmente forte da esordire a 17 anni in Spagna. Uno di quei talenti esotici che stuzzicano la fantasia, venendo accostati ai più grandi club. Certo, Kang-in Lee è abituato ai riflettori: la prima volta gli è capitato a 6 anni, quando ha primeggiato nella terza stagione del reality show sudcoreano ‘Fly Shoot Dori’, dove un gruppo di bambini guidato da celebrità doveva padroneggiare nel mondo del calcio. Quell’anno, il direttore era Yoo Sang-chul, membro della Nazionale in due Mondiali (1998 e 2002) e scomparso recentemente. L’allenatore? Lee Jung-lee, cantante e attore che solo 3 anni prima (il reality è andato in onda tra il 2 aprile e il 29 ottobre 2007) aveva recitato in X-Men. Nel 2011 è stato il Valencia ad acquistarlo dalle giovanili dell’Incheon: lo ha salutato nel 2021, quando ha firmato con il Mallorca.
Quanti si ricordano di Jeong Woo-yeong al Bayern Monaco?
In quanti possono dire di aver giocato almeno 5 minuti in Champions League? Pochi, pochissimi. Ma Jeong Woo-yeong è molto, molto di più. Dal taekwondo al calcio, passando dall’Incheon al Bayern Monaco. Sì, al Bayern. Un giovane inosservato che adesso a Friburgo si sta prendendo la scena in Bundesliga. Era il 27 novembre 2018 quando Thomas Müller abbandonava il campo contro il Benfica: al suo posto, il primo sudcoreano nella storia dei bavaresi. Aveva segnato al debutto con l’u-19 e impressionato nelle giovanili e nella seconda squadra, con cui aveva messo a referto tredici gol e sei assist in Regionalliga. Talmente alta era la sua considerazione che il club decise di regalargli una mezz’ora in campo nella partita d’addio al calcio di Bastian Schweinsteiger tra Bayern e Chicago Fire: entrato nel primo tempo al posto di Goretzka, ha lasciato spazio a Thiago nella seconda frazione.
Non vi meritavate il ballo di Hwang Hee-chan
La passione dei sudcoreani per i propri idoli calcistici è altissima, a tal punto che quando la BBC ha lanciato il trailer della puntata a casa di Hwang Hee-chan, questo ha raggiunto il milione di visualizzazioni in tre giorni. All’improvviso, è diventato l’idolo dei single, dove nel format ‘I live Alone’ veniva mostrata l’abitazione a misura d’uomo del calciatore. ‘The Korean Bull’, così è stato soprannominato per la sua aggressività, è stato colui il quale ha sostituito Timo Werner al Lipsia – arrivando dagli amici del Salisburgo – venendo presentato con la ‘Hwangnam Style’, la danza coverizzata di Gangnam Style. Quella che potremmo definire un’autentica trashata, è entrata in trend tra i tifosi. Le sue capacità calcistiche sono sempre state visibili, fin da quando nel 2011 venne nominato MVP nel torneo delle scuole nel proprio paese. Il trasferimento in Europa è stata la diretta conseguenza: ora, al Wolverhampton, non sta trovando molto spazio. La sua esperienza in campo internazionale è un’arma per la Corea del Sud.
Escursioni con Chang-hoon Kwon
Siamo certi che a questo appuntamento, Kwon arriverà in perfetta forma. Non come quando, a 23 anni, subì l’impatto con il calcio europeo in modo devastante. Acquistato nel 2017 dal Digione, dopo oltre 100 presenze con il Suwon Samsung Bluewings Football Club in patria, patì lo stop del campionato sudcoreano a dicembre, utilizzando i primi mesi solo per tornare in forma e adattarsi. Ha militato anche in Bundesliga, fino al 2021, quando ha lasciato il Friburgo per fare rientro a casa. Ha saltato il Mondiale nel 2018 a causa di un infortunio. Appassionato di camminate ed escursioni, il suo volto è apparso pure su alcune lattine nel suo Paese.