Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è intervenuto sull’emergenza Coronavirus e la conseguente gestione delle manifestazioni sportive.
Ecco le sue parole a Radio24.
SITUAZIONE – «Ci sono due scenari. Qui in Italia gestiamo tutto “tra di noi”. Però c’è il problema estero, diciamo, ovvero quello che succede al di fuori del nostro Paese. Mi fa sorridere il fatto che, nei giorni scorsi, tante persone suggerissero cosa fare e cosa non fare. Il punto è che ora come ora bisogna attendersi a ciò che dice la comunità scientifica. Dal momento che non ci sono ancora dei via libera da parte di questa autorità, non ci sono i presupposti per poter parlare di qualcosa di concreto».
RUGBY – «Io non sono contrario alla decisione della FIR, non condivido semplicemente il timing. Però secondo me anche altri sport arriveranno alla solita conclusione del rugby, mentre in alcune situazioni si può allungare e stiracchiare il calendario».
CALENDARIO – «Euro2020 e la conseguente gestione dei campionati del continente dipende esclusivamente dalla UEFA. Brutto da dire, però oggi bisogna anche cercare dei compromessi: vivere arroccati nel proprio orticello non porta da nessuna parte».
STIPENDI – «Da tanto tempo sto attento a parlare. Penso che piano piano sia arriverà ad un accordo sugli stipendi dei calciatori. Un conto è togliere il 30% a chi guadagna dieci milioni, un conto è toglierlo a chi gioca in Serie C o Serie B. Spero che alla fine si giunga a una decisione il più equa possibile».
EVOLUZIONI – «Da tutta questa emergenza possiamo ripartire, rifondare: dalla burocrazia che limita la costruzione di nuovi stadi fino alla valorizzazione dei settori giovanili».