Se la pandemia del Coronavirus dovesse essere superata entro le prossime settimane, i campionati potrebbero riprendere e finire prima del 30 giugno. Questa è una data importante, perché quel giorno scadono i contratti e i calciatori coinvolti sono liberi di firmare a parametro zero con altre società. In caso di slittamento oltre il 30 giugno, ci sarebbe quindi da trovare una soluzione collettiva, che coinvolga l’UEFA Pro – il sindacato europeo dei giocatori – e quello nazionale, che in Italia è l’AIC (Associazione Italiana Calciatori). Un’idea davvero complicata, ma che dovrebbe essere valutata nel caso in cui l’emergenza Coronavirus non si risolva entro qualche settimana. Se si dovesse andare oltre il 30 giugno, anche il calciomercato ne sarebbe condizionato. In estate comincia il 1 luglio e finisce il 31 agosto, per cui potrebbe essere drasticamente ridotto. L‘Europeo, naturalmente, sarebbe rimandato a data da destinarsi: in ballo ci sono due ipotesi. La prima è quella dell’estate del 2021, mentre la seconda prevederebbe l’inizio alla fine di novembre 2020 e la fine a metà gennaio 2021. Uno scenario il secondo, che giocoforza andrebbe a modificare anche il calendario della stagione 2020-21.
Il punto di vista dell’AIC
A tal proposito sono arrivate le parole del vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori, l’avvocato Umberto Calcagno, che ha parlato al programma radiofonico Punto Nuovo Sport Show.
FUTURO – «Non credo che le Leghe debbano chiedere qualcosa alla UEFA, prenderà una decisione da sola, è scontato. La salute viene prima di tutto, insieme alle direttive dei Governi. Non so dire cosa significherà “regolarità dei campionati”, fin quando non sapremo se e quando potranno riprendere. Possiamo stare a discutere quanto si vuole sulle possibili opzioni per campionato e campionati Europei».
SCENARI – «C’è bisogno di una linea di demarcazione entro la quale possono concludersi i campionati, a quel punto avremo la priorità di dare promozioni e retrocessioni a tutte le categorie. Personalmente ritengo che i campionati nazionali debbano avere una preminenza rispetto a tutto quanto organizzato a livello Europeo. La cosa giusta per me è completare i campionati, seppur a discapito dell’Europeo. Playoff? Non mi piace come idea, ma se saranno l’extrema ratio, è una strada percorribile. Preferisco indiscutibilmente il continuo del campionato».