di Giulio Zampini
Fare previsioni nel calcio ai tempi del Covid, delle preparazioni estive trasformate in preparazioni settimanali, delle partite compresse e dei riposi complessi da trovare, è un azzardo, forse un errore già in partenza. Ci proviamo comunque, con la speranza che sia il campo, come sempre, a dire l’ultima parola.
Inter
Se Conte non è stato esonerato per motivi economici, lo stesso Antonio è voluto rimanere per motivi sportivi. Il tecnico leccese sa benissimo che la vittoria soltanto sfiorata la scorsa stagione, adesso, con un anno di lavoro già nelle gambe, è più vicina che mai. Che poi siano gli avversari a non fuggire (la Juventus del debuttante, si fa per dire, Pirlo) o l’Inter a lasciarsi dietro le rivali, lo dirà il campo. A Villa Bellini, dove si è consumato l’armistizio tra società e allenatore, si sono poggiate le basi del nuovo anno sulle fondamenta, più che macerie, del primo anno contiano. Il mercato low-cost, della politica “spendo quanto incasso”, ha comunque portato a Milano rinforzi di prima qualità: Hakimi, che nella passata Champions fece ammattire la difesa e indiavolare Conte in conferenza stampa, è passato dai vincitori ai vinti; Vidal, richiesto a gran voce nel mercato invernale, è arrivato nel silenzio del mercato estivo; e poi Nainggolan, sotto osservazione, e Perisic, tornato dalla Germania con il curriculum rispolverato, hanno arricchito la rosa. Resteranno? Intanto le cessioni si sono quasi azzerate, a parte i fine prestiti di Moses (di ritorno al Chelsea) e Biraghi (verso Firenze) e gli esuberi che la società sta cercando di piazzare. Perché si può vincere comprando giocatori nuovi, ma anche senza svendere. Tra l’Inter e la Juventus, Eriksen. Quanto Conte riuscirà a inserire il danese nel gioco italiano, tanto più l’amleto saprà accorciare il gap con i bianconeri.
https://www.instagram.com/p/CERa-5bnLtJ/
Juventus
Il progetto del nuovo tecnico della Continassa parte da una domanda: chi sarà il Pirlo di Pirlo? Tanti i nomi sulla carta: Arthur, che pare di più una mezzala; McKennie, simile ad un centrocampista di sacrificio; Bentancur, già rodato nei meccanismi di squadra. La risposta arriverà soltanto a stagione in corso. Le novità di formazione riguardano soprattutto la retroguardia, rispolverata secondo la difesa “a tre e mezzo”, e l’attacco, ancora alla ricerca di nuovi attori. Il nuovo allenatore ha lasciato partire la versione in declino di Higuain per cercare un nove da affiancare al sette: chi tra Dzeko, Suarez e Milik a disposizione di Ronaldo?
Curioso sarà scoprire l’inserimento di Kulusevski, a livello di minutaggio (quanto spazio saprà ritagliarsi?) e dislocazione in campo (farà l’esterno alto come a Parma?). Da segnalare, intanto, la firma sul primo gol bianconero della stagione, in amichevole contro il Novara: assist dello svedese, rete di Ronaldo. I due già parlano la stessa lingua a livello calcistico. Di sicuro, in un progetto che parte nell’incertezza, c’è che a Pirlo sarà perdonato quello che per Sarri era una colpa. Il passato, in questi casi, aiuta.
https://www.instagram.com/p/CFHRTxzHFEM/
Milan
Per il Milan non è servito arrivare a nessuna villa. La proprietà ha confermato Pioli a fine stagione dopo mesi di tormento intorno al nome di Ragnick. La società voleva rifondare partendo da zero, e invece potrà continuare sul lavoro portato avanti dal traghettatore diventato marinaio. Da part-time a tempo indeterminato. Il Milan non è la squadra che si è mossa meglio sul mercato, ma quella che lo ha fatto in modo mirato: servivano tasselli di qualità in mezzo al campo ed è arrivato Tonali; mancavano rifornimenti al pallottoliere Ibrahimovic ed è stato preso Brahim Diaz. E non è finita qua, con Bakayoko dietro l’angolo. Ma il vero mercato rossonero è nelle non-uscite: aver confermato un big del dopo-lockdown come Kjaer e un super-big dell’attacco come Zlatan, oltre al rinnovo del tecnico, è già di per sé una vittoria. Se poi le premesse sapranno trasformarsi in risultati, tutto dipenderà dal campo: sarà ancora 4-2-3-1, il modulo della rinascita della scorsa seconda parte di stagione, a valicare i campi di Milanello. Sotto la luce dei riflettori Calhanoglu: saprà riconfermarsi come il top player visto nelle verso la fine dell’ultima A?
https://www.instagram.com/p/CE9MAz1nPUb/
Roma
La Roma della nuova proprietà e dei vecchi fantasmi di Nicolò Zaniolo, di nuovo fermo ai box, riparte nell’ombra. Ma non sempre è uno svantaggio. La strategia di mercato giallorossa ha seguito il diktat societario del progetto a medio-lungo termine: acquisti mirati, se necessari, e cessioni obbligate, in caso di acquisti. Più diesel che a benzina il motore della squadra, che adesso aspetta di chiudere colpi di mercato come Kumbulla, Milik e De Sciglio. Ma Fonseca spera ancora di avere a disposizione Smalling, pilastro della difesa la scorsa stagione.
Una domanda aleggia sopra la capitale: chi sostituirà Zaniolo? I trequartisti non mancano, sia di buone prospettive (come Carles Perez, che il tecnico portoghese spera più continuo) che di facili conferme (Pellegrini). Il modulo, il 3-4-2-1, sembra il diktat per i prossimi nove mesi. Sarà migliorabile il quinto posto dell’ultimo campionato?
https://www.instagram.com/p/CE6NNmBnpPv/
Napoli
Il progetto partenopeo è appeso ai fili del mercato, in entrata (serve un mediano) e in uscita (cosa farà Koulibaly?). La richiesta principale di Gattuso, di un attaccante in grado di dare profondità alla manovra, è stata esaudita. Ma diventeranno gol i 70 milioni (più bonus) spesi dal Napoli per Oshimen? L’attaccante nigeriano ha convinto nelle amichevoli estive, ma alla prima marcatura stretta (contro il Pescara) ha sofferto. L’impatto con le fasi difensive italiane è ancora tutto da testare. Petagna può venire incontro all’allenatore: sarà ballottaggio tra i due?
Fari puntati sul centrocampo, con la luce che mostra i difetti di rosa. La partenza di Allan non è stata rimpiazzata. La società ci ha provato con Veretout, ma la Roma ha fatto muro. Proprio quello che manca al Napoli in mezzo al campo: un muro, una diga rispetto alla qualità di Fabian Ruiz e Zielinski. Sarà Demme il nuovo mediano? Più palleggiatore che giocatore fisico. In dubbio anche il modulo: l’idea è quella di un passaggio al 4-2-3-1, ma nelle prime giornate il già rodato 4-3-3 saprà garantire sicurezza.
https://www.instagram.com/p/CBqTyVzHSBL/
Lazio
“Cambiare per non cambiare”. La Lazio lo ha fatto a metà, in alcune zone del campo. In porta: Reina, che alzerà il livello tecnico tra i pali e di leadership nello spogliatoio, quella che è venuta a mancare nell’ultima parte di stagione. A centrocampo: l’innesto di Fares dalla Spal, che porterà ossigeno alle fasce. In attacco: Muriqi, kosovaro sopravvissuto alla guerra (reale) per partecipare (metaforicamente) a quella di un posto da titolare. È lotta aperta con Correa, con Caicedo e le sirene di mercato sullo sfondo. Chi saprà servire meglio l’ultimo capocannoniere del campionato? A Inzaghi l’ultima parola. Lotito, il suo, lo ha fatto: l’attaccante Muriqi è il secondo acquisto più caro dell’intera gestione Lotito, inferiore solo a quello di Zarate (23 milioni), ma superiore, anche se di appena un milione, a quello di Correa.
https://www.instagram.com/p/CFNCR0NHlD0/
Atalanta
La squadra bergamasca ha smesso da tempo di essere una novità. E se al tavolo delle big non è stata invitata, ci è arrivata grazie ai risultati. Gasperini nei giorni scorsi ha detto la nuova linea: “I record sono fatti per essere battuti”. L’Atalanta ha una missione: ricominciare un metro più avanti di dove aveva finito. Oltre a Miranchuk per la trequarti e Romero per la retroguardia, l’acquisto più importante è stato il rientro in rosa di Ilicic, fuori negli ultimi mesi a causa di problemi personali.
Il tecnico nerazzurro ha avuto dal mercato ciò che desiderava: un vice-Zapata (Lammers, in arrivo dal Psv) e un sostituto all’altezza del partente Castagne (e l’ha trovato in Cristiano Piccini, alla ricerca del top della condizione dopo la frattura della rotula del ginocchio di fine agosto 2019). Il doppio impegno di Champions, d’altronde, richiede panchine lunghe e di qualità. La famiglia Percassi l’ha capito dopo la sconfitta (se così si può chiamare un uscita ai quarti della coppa dalle grandi orecchie) contro il Psg. Basteranno gli innesti? La base di partenza è buona, buonissima. I dettagli faranno la differenza. Come in ogni squadra, come in ogni campionato.
https://www.instagram.com/p/CFCSkfzHS6W/