CR7 è un marchio mondiale. È ovunque: in campo, negli hotel, nei profumi, perfino sulle mutande. Insomma, ovunque. C’è addirittura un aeroporto con il nome di Cristiano Ronaldo. Il numero 7 lo ha contraddistinto da sempre: tranne quando, arrivato al Real Madrid, si è trovato con un problema. Dopo aver iniziato allo Sporting Lisbona (in cui, affacciatosi alla prima squadra, portava la 28), era passato al Manchester United dove aveva subito iniziato a vestire la 7.
Da quel momento, nei 6 anni in Inghilterra, era sempre stato accompagnato dalla 7. Al momento del grande trasferimento al Real Madrid, però, la 7 era occupata da una leggenda come Raúl, alla sua ultima stagione in Blancos, dove giocava dal 1992. A 33 anni passò allo Schalke, ma in quell’ultima stagione al Real si tenne stretta la sua 7. Ronaldo ripiegò sulla 9, mentre Benzema, appena arrivato, prese la 11.
Nella stagione successiva, con l’addio di Raúl, Cristiano Ronaldo potè finalmente prendere la 7, mentre Benzema passò alla 9. Nel 2013, dopo tre stagioni in Germania, Raúl si trasferisce all’Al-Sadd, in Qatar. E quell’estate, nel Trofeo Bernabeu, organizzato ogni anno dal Real per celebrare il suo storico presidente, affrontò proprio l’Al-Sadd. Per 45 minuti, Raúl tornò un calciatore del Real Madrid. Giocò il primo tempo, segnando, con gli spagnoli, per poi cambiare maglia durante l’intervallo e disputare il secondo tempo con l’Al Sadd. La partita è finita 5-0 per il Real Madrid.
Ma nello spogliatoio sorse un problema. Perché il Real, in automatico, aveva dato la numero 7 a Raúl. Benzema aveva già la 9 di default, e quindi l’unico a ritrovarsi senza maglietta era Cristiano Ronaldo. C’era la 11, vacante, che di lì a pochi giorni sarebbe finita sulle spalle di Gareth Bale, non ancora ufficializzato dal Real. E quindi Cristiano Ronaldo giocò per la prima e unica volta con la numero 11, diventando per una notte CR11.