Julio Ricardo Cruz, ex giocatore di Bologna, Inter e Lazio, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport.
IL FIGLIO VENTENNE – «Mai mi sarei aspettato che arrivasse così presto in prima squadra nel Banfield. Con lui ci sarà un altro Cruz calciatore. In Italia? Magari. Ora sta bene qui ma spero che un domani possa arrivare in un grande campionato come quello italiano. È ancora piccolo, diverse società italiane l’hanno visto e me ne hanno parlato, ma non c’è ancora nulla».
INTER – «Mi piaceva molto giocare con Ibrahimovic, anche se eravamo fisicamente simili ci trovavamo benissimo. Ci fu un anno che segnammo tanto. Poi c’era anche Recoba. Il gol che ho sentito di più è stata la punizione al Delle Alpi contro la Juventus, che poi è stato il primo gol con la maglia dell’Inter: nessuno si aspettava che potessi calciare. I tifosi ci chiedevano di vincere a Torino perché non succedeva da 11 anni lì, e sono stato felice di aver segnato. L’addio? Moratti voleva che io rimanessi ma non me la sentivo più. Mi ha fatto molto piacere però che abbiano raggiunto quel traguardo, la città e i tifosi aspettavano da tanto quel momento. La vita è così, io sono grato per tutto ciò che ho fatto e non rimpiango nulla. Sono un fortunato nella vita ad aver fatto il calciatore e vissuto grandi emozioni nelle varie squadre in cui sono stato».
LAUTARO – «Spero che resti, sta dimostrando di essere un grandissimo calciatore. Se dovesse partire, non vedo al momento un altro attaccante da affiancare a Lukaku. Mi auguro però che possa essere il centravanti giusto per l’Argentina. Messi all’Inter? Difficile, non penso che vada via dopo tutto ciò che ha costruito a Barcellona».
GAZZONI FRASCARA – «È stata una bravissima persona e un presidente eccellente. La sua scomparsa mi ha intristito. Bologna è stata la porta del mio arrivo in Italia, la città è bellissima. Arrivavo dall’Olanda, dove il paese è piuttosto nuovo, il contrario invece di com’è l’Italia. Mi ricordo Casteldebole, il primo allenamento con Signori e Guidolin e l’albergo dove andavamo in ritiro».
MONDIALE DEL 2006 – «Tutti sappiamo che avevamo una grandissima squadra, ma il calcio è così. Poi ricorderete ciò che successe con Calciopoli e nessuno pensava che l’Italia potesse arrivare in finale o addirittura vincere, anche se c’erano tanti calciatori forti. I favoriti eravamo noi, ma è tutto imprevedibile».