Da Conte ad Allegri: proviamo a mettere un po’ di ordine nel mercato allenatori

by Grei Hasa

La crisi economica che ha investito il calcio italiano potrebbe avere grosse ripercussioni anche sul mercato degli allenatori. Basta un semplice dato per rendersene conto. Secondo quanto riportato da Sky Sport, ad oggi i club di Serie A che sono sicuri di riconfermare la guida tecnica sono sei: Milan, Atalanta, Genoa, Bologna e Salernitana. Dal conto, ovviamente, sono escluse Roma e Fiorentina, che hanno già annunciato i cambi in panchina, con Mourinho e Gattuso.

Nessuno al sicuro

Nonostante lo scudetto, il futuro di Antonio Conte non sarà sulla panchina dell’Inter. I nerazzurri, infatti, avrebbero bisogno di una cifra dagli 80 ai 100 milioni di euro per chiudere in attivo il bilancio. Necessità che implica due diverse strategie: micro cessioni, soprattutto di giovani, comunque difficili da mettere insieme o un grande sacrificio che significherebbe un ridimensionamento negli obiettivi. Un’opzione che Conte ha deciso, coerentemente con quello che ha sempre professato, di non accettare. Per lui, buonuscita da circa 7 milioni di euro, visto che mancava ancora un anno di contratto con la società di Viale della Liberazione. Per il successore, i primi nomi e le prime indiscrezioni portano a Simone Inzaghi, mentre resta sullo sfondo il sogno Massimiliano Allegri.

Sul livornese, però, la concorrenza è forte: c’è la Juve, che vorrebbe riportarlo a Torino e che ha già imbastito numerosi contatti e incontri e il Napoli, che non ha ancora rinunciato, anche se ormai sembra intenzionato a prendere Luciano Spalletti. Il presidente Aurelio De Laurentiis ha tracciato la linea in maniera netta e decisa: «Vogliamo un italiano, abbiamo tante opportunità. Decideremo in 20 giorni» ha spiegato alla tv portoghese RTP che gli chiedeva se avesse contattato Sergio Conceiçao. In queste parole, però, va visto anche un po’ di bluff. Pochi minuto dopo l’annuncio, infatti, l’allenatore del Lille Christophe Galtier ha rivelato a L’Equipe di essere stato chiamato dal Napoli.

Gli incontri

In tutto questo caos le certezze sono poche: Juric al Torino, per cui manca solo l’ufficialità e il rinnovo di Semplici con il Cagliari. Nella mattinata di ieri l’ex Spal e il presidente Giulini si sono trovati per discutere del ritiro pre campionato e della rosa. Tutto farebbe pensare quindi a una riconferma, anche a fronte di un automatico prolungamento di contratto, divenuto effettivo dopo aver raggiunto la salvezza. Ma Semplici vorrebbe una scadenza fissata al 2023, per aver più forza nei confronti di giocatori e staff. Una chiacchierata dovranno farla anche Simone Inzaghi e Claudio Lotito. Come analizzato da larga parte della stampa romana, nei mesi scorsi era la Lazio che spingeva per una prosecuzione del rapporto, ora invece i ruoli sembrano ribaltati. Inzaghi resterebbe volentieri, perché non ha ricevuto offerte consistenti e la capitale è casa sua da tanti anni.

Le rivelazioni

Un ambiente famigliare percepito anche da Dionisi a Empoli, comunque conteso da diverse squadre. Così come Paolo Zanetti, che potrebbe arrivare in A indipendentemente dall’esito della finale play-off tra il suo Venezia e il Cittadella. È infatti il primo nome  sulla lista dell’Udinese, che potrebbe separarsi con Gotti a giorni. A Spezia l’intenzione è naturalmente di andare avanti con Italiano, che piace però al Sassuolo. Per i neroverdi, che devono sostituire De Zerbi, passato ufficialmente allo Shakhtar Donetsk. Sampdoria e Verona, infine, non hanno ancora deciso nulla. Dopo l’addio di Ranieri, i blucerchiati hanno pensato a Giampaolo, come riportato da Sky Sport. I veneti, invece, si stanno ancora guardando intorno.

 

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Il trend

I numerosi cambi che si prospettano sulle panchine del nostro campionato ha profonde motivazioni economiche. In un mercato che sarà abbastanza povero, dove si muoveranno pochi giocatori, meglio modificare chi quei calciatori li metterà in campo. Più facile cambiare un allenatore che un gruppo intero. C’è poi anche una motivazione psicologica. Per via dei tanti impegni, questa stagione è stata particolarmente pesante per tutti e non è un caso che alcuni tecnici vogliano staccare un po’ la spina. I coach, infine, sono tornati ad essere degli investimenti, come insegna la scelta dell’Inter. «Abbiamo preferito spendere di più per un top come Conte che per una serie di giocatori, che non ci avrebbero dato le stesse garanzie di successo» ha raccontato l’amministratore delegato area sport nerazzurro, Giuseppe Marotta, a Sky Calcio Club, un paio di settimane fa. Come a dire, meglio un grande condottiero alla testa di un esercito mediocre che un grande esercito lasciato a se stesso. Una scelta risultata vincente, ma come si è visto, la crisi economico-finanziaria mondiale a causa del Covid ha ampiamente ridimensionato i piani di una società con una proprietà (sulla carta) forte alle spalle come l’Inter.