Durante la visita che abbiamo fatto al Viola Park, il direttore generale Joe Barone era stato chiaro: «La Fiorentina non si sta autofinanziando come scrivono i giornali». Intendeva che non deve aspettare di vendere per aggredire il mercato, anche se il tesoretto delle cessioni, nonostante sia saltata quella di Castrovilli al Bournemouth, sta dando una mano.
La rivoluzione estiva della Fiorentina
Ad oggi i viola hanno incassato 32 milioni dalle cessioni di Igor, Maleh, Terzic, Zurkowski e Rasmussen. Inoltre dovrebbero incassarne più di 20 per Amrabat, di cui si parla ormai da tutta l’estate, e altrettanti per quella di Cabral al Benfica. Inoltre, l’attacco potrebbe essere ulteriormente sfoltito se arriveranno offerte interessanti, in primis per Jovic. Si parla quindi di oltre 70 milioni. Ma la società di Commisso, grazie anche al finanziamento diretto di Mediacom, vanta conti in regola e non è attanagliata da debiti. Una cosa rara in Serie A. Da qui la possibilità di andare subito all’attacco. Come fatto con Parisi, pagato 10 milioni prima che Igor se ne andasse, e con Lucas Beltran, il secondo colpo argentino di quest’estate dopo il centrocampista Gino Infantino. Un affare tra i 20 e i 25 milioni che può essere interessante pure in ottica Nazionale visto il passaporto italiano. Ma anche con Nzola, chiuso prima di avere la certezza che Cabral partisse.
Chi è Beltran, il nuovo vichingo viola
Beltran, che a luglio è stato tra i protagonisti del River campione d’Argentina, è un attaccante classe 2001 soprannominato ‘El Vikingo’ per la carnagione chiara, ed è stato completamente rilanciato dal nuovo tecnico Demichelis. Lui e il fratello hanno poi un rapporto speciale con Paulo Dybala, che era stato ospite della loro famiglia e che giocava nell’Instituto di Córdoba quando Lucas era uno dei ragazzi del settore giovanile addetto a portare le borracce ai giocatori della prima squadra.
Parliamo di un attaccante di 176cm, dal baricentro basso e abile nel leggere il gioco grazie al passato da centrocampista. Per questo la Fiorentina si è mossa per una punta di peso, individuata in Nzola che ha un rapporto speciale con Italiano, che lo ha già avuto allo Spezia e addirittura al Trapani. A quel punto mancherà solo un portiere, individuato in Christensen dell’Hertha Berlino.
Vendere, insomma, è importante perché le risorse del club non sono illimitate, ma le trattative più lunghe – come quella di Amrabat – non hanno bloccato il mercato, come successo altrove in Serie A. Lo dimostra anche l’acquisto di Sabiri già chiuso a gennaio. E così è nata una rivoluzione tecnica che non scombussolerà il modulo di Italiano, che però evidentemente ha chiesto interpreti diversi.
A cura di Matteo Lignelli e Mattia Zupo