Intervistato da Rio Ferdinand sul podcast ufficiale del Manchester United, Cesc Fabregas ha confrontato tre suoi grandi ex-tecnici: Arsène Wenger, Pep Guardiola e Josè Mourinho, che lo hanno allenato, rispettivamente, all’Arsenal, al Barcellona e al Chelsea.
SU WENGER – «Con Wenger, nessuno doveva dirmi cosa fare. Abbiamo parlato e abbiamo avuto subito quella fiducia reciproca».
SU GUARDIOLA – «Può cambiare tattica tre volte in una partita. Trascorre molte ore sul campo di allenamento. Vuole che giocatori specifici giochino come vuole. È successo anche con Arséne. Con Pep, ovviamente, devi essere intelligente. Altrimenti, non ti fa giocare».
SU MOURINHO – «Una volta mi disse: “Ascolta, non avresti giocato alla Carling Cup, ma gioca questa partita e ti do quattro giorni liberi”. Si tratta di dare e ricevere. Lavora con le menti dei giocatori come nessun altro. Può dirti un giorno che sei il peggiore e il giorno dopo dirti che sei il migliore di fronte a tutta la squadra. E a volte giochi bene e la squadra perde, ma ti abbraccerà perché per lui quel giorno eri un guerriero. Ti fa vedere che sebbene il resto non fosse abbastanza buono, hai fatto bene. Ognuno ha una mentalità diversa, ma per me va bene perché quando sei competitivo perché se vedi che ne abbraccia un altro e non hai fatto bene, pensi che il giorno dopo mi alzerò e sarò pronto per lui. José è il tipo di allenatore che se gli dai tutto, ti dà tutto».