a cura di Cosimo Bartoloni, Giacomo Brunetti, Andrea Consales, Matteo Lignelli e Francesco Pietrella
Cinque storie della Danimarca.
Dalla storia di Eriksen fino agli orologi di Dolberg.
Kasper Schmeichel e la Danish Dynamite
Sommeren ’92 è un film stupendo. L’ha diretto Kasper Barfoed e racconta di come una Nazionale sia passata dalle ferie estive alla vittoria di un Europeo. Il c.t. Richard Møller Nielsen arredava la sua cucina quando scoppio della guerra in Jugoslavia qualificò la Danimarca a Euro 1992. Vinto, con Vilfort e ‘Faxe’ Jensen, Christofte e Povlsen, Brian Laudrup e Peter Schmeichel, interpretato nel film da Gustav Dyekjær Giese. Quel cognome così pesante è stato quasi una spada di Damocle per Kasper: non pareva destinato a giocare oltre 350 gare con lo United o vincere una Champions come il padre. E invece nel 2016 alza la Premier col Leicester di Ranieri con cui l’anno dopo gioca in Champions. Ha persino rischiato di vincere lo scorso Europeo. Parvenza di Danish Dynamite? Nostalgia? Revamping? «Quel cognome non mi ha aiutato, vorrei 1/10 di quel che ha fatto papà».
Riavvolgi il nastro: Euro 2020
L’inizio è shock: derby di Fennoscandia con la Finlandia all’esordio a un Europeo, al 43’ Christian Eriksen si accascia a terra. Il capitano Simon Kjaer gli toglie la lingua dalla gola, invita alla calma i compagni, “protegge” Eriksen dalle telecamere e consola la moglie dell’interista. A Copenhagen, il Parken è ammutolito: «Era praticamente morto, non so com’abbiamo fatto». Ma la gara continua e la decide Pohjanpalo. La Danimarca, sotto shock, perde 2-1 col Belgio (Poulsen), batte la Russia 4-1 (Damsgaard, Poulsen, Christensen e Mæhle) va agli ottavi come seconda. Supera agli ottavi il Galles per 4-1 (ancora Mæhle, Braithwaite e doppietta di Dolberg) e ai quarti la Repubblica Ceca di Schick (ancora Dolberg, Delaney), quindi cede in semifinale all’Inghilterra nonostante la super punizione del sampdoriano Mikkel Damsgaard. Sommeren 2022, che estate. Trent’anni dopo.
Kasper Hjulmand, l’ex opinionista diventato c.t.
A giugno 2019, Kasper Hjulmand firma il contratto come c.t. della Danimarca a partire dalla fine di Euro 2020, quando cioè scadrà il contratto del c.t. Åge Hareide. Poi però scoppia la pandemia da Covid-19, l’Europeo viene rinviato e il contratto di Hareide scade come previsto. Hjulmand è il nuovo c.t. e a Euro 2020 la Danimarca arriva in semifinale: che entusiasmo. Senza pandemia, non sarebbe diventato c.t.. Ora, invece, un’intera Nazione sogna con lui. Hjulmand, 50enne di Aalborg, ex difensore, s’è ritirato a 26 anni e ha iniziato ad allenare: Lyngby, Nordsjælland (nel 2008/11 e nel 2016/19) e Magonza dove sostituì Thomas Tuchel. Hjulmand adora il Barça e Johan Cruyff, faceva l’opinionista in tv – ha commentato il Mondiale 2010 ed Euro 2012 per l’emittente DR1 – è figlio di insegnanti, vive a Lillerød ed è impegnato a favore dei disabili come suo fratello Simon.
Kasper Dolberg, diabete e doppietta
Nel tridente di Hjulmand, punto interrogativo sul centravanti: Cornelius, Braithwaite, Dolberg o Wind? Kasper Dolberg è dietro nelle gerarchie, ma lo era anche a Euro 2020 e all’eliminazione diretta è sbocciato: doppietta al Galles, gol alla Repubblica Ceca. Classe ’97, gioca al Siviglia di Sampaoli in prestito dal Nizza, con cui ha segnato 24 gol in tre anni. Da Silkeborg con furore: s’è forse un po’ perso dai tempi dell’Ajax, scoperto da John Steen Olsen, già scout di Ibra ed Eriksen (ma pure Schöne e Kudus: a Olsen hanno dedicato un documentario, De man die Zlatan zag). E poi Dolberg non è fortunatissimo. Nel settembre 2019, appena arrivato a Nizza, un compagno gli ruba un Rolex da 70mila euro. Nel 2020, contrae due volte il Covid-19 e soffre di appendicite. Un furto in casa, il furto della sua Porsche. E a novembre 2021 gli è diagnosticato il diabete di tipo 1.
Jesper Lindström sarà il nuovo Schöne?
La Danimarca che arriva in Qatar ha vinto 9/10 partite e superato da prima il suo girone con una differenza reti impressionante (+27). Come gioca? Semplice. Hjulmand propone un 3-4-3, ma che all’occorrenza diventa 4-3-3. L’ago della bilancia può essere Jesper Lindström, talentino fresco di Europa League vinta con l’Eintracht. Nato nel 2000 nella stessa città di Lasse Schöne – Taastrup, a 15 km ovest da Copenhagen – e raffinato dal settore giovanile del Brøndby, Lindström debutta nel 2018 in Superligaen e lascia la Danimarca nel 2021 da campione in carica. Al primo anno in Bundesliga, con Jens Petter Hauge, 5 gol e 5 assist. Ora è titolare. Hjulmand, che senza Covid-19 non sarebbe stato c.t. a Euro 2020, convoca per la prima volta Lindström a novembre 2020, tra le restrizioni e alcune positività. Jobbe – lo chiamano – giocherà il suo primo Mondiale, a 22 anni.