L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha parlato così a Radio Anch’io lo Sport, in onda su Radio Rai.
RIAPERTURA DEGLI STADI – «Siamo tutti allineati su una ripresa attenta alle curve dell’epidemia. Pensiamo che possiamo avvicinarci al 25% con step intermedi, l’obiettivo è ripartire con buon senso, senza forzare. Il calcio non vuole un trattamento privilegiato, ma nemmeno svantaggiato. Gli stadi sono grandi spazi all’aperto, possiamo distanziare le persone di 10 metri. Settimana scorsa sono stato a Budapest per la Supercoppa Europea: alla Puskas Arena c’erano 16.000 tifosi, sono andato per capire come gestivano i flussi. Si può fare, lo si deve fare con attenzione alle regole. Il 25% non è un dogma, si può partire con una percentuale che salga nel tempo».
BILANCIO DELLA LEGA – «Siamo abituati a rivedere le stime, non sappiamo quando finirà questa pandemia. Ad oggi per la Serie A il danno è di 500 milioni di euro, un dato monstre perchè questo danno si ripercuote anche sulle serie minori. La Serie A ha circa un miliardo e 400 milioni di ricavi dai diritti tv, i costi sono equivalenti. Prima l’incidenza sul totale era del 60%, oggi senza il botteghino e gli sponsor la percentuale è destinata a salire. Il sistema è prossimo a un rischio di collasso. Non vanno sottovalutate le richieste di aiuto che arrivano dal presidente Gravina».
DIRITTI TV – «La situazione è complessa, abbiamo un interlocutore forte come Sky e Dazn che ha dimostrato di credere nell’Italia. In questo momento non esiste una concorrenza forte, come avveniva nel passato con Mediaset. Stiamo solleticando i grandi player internazionali come Amazon».
TIFOSI – «Il calcio sta cercando di avere una relazione quotidiana con i tifosi. L’obiettivo è creare un gruppo di sostenitori davvero vicini alla squadra, dove il rapporto non si consuma nelle 38-50 gare dell’anno, ma ogni giorno».
CONTRATTI – «Si parla di salary cap anche nel calcio, è un tema complicatissimo. Nessun paese può intervenire se non d’accordo con gli altri, altrimenti avremmo una fuga di talenti. La speranza è che si possa continuare ad investire non solo sui calciatori, ma anche sugli stadi. Il parlamento ha fatto un passo avanti, dobbiamo cercare di affrontare il tema della costruzione degli stadi veloci. Non possiamo restare bloccati davanti a tematiche di principio. Squadre come Inter, Milan e Roma hanno bisogno di grandi impianti, senza stadi non esistono i ricavi e senza ricavi non riusciremo a mantenere il calcio a un certo livello».