Declan Rice ha sempre saputo di poter dare di più. Più gol, più assist, più ‘emozioni’. Ora lo sta dimostrando nella stagione, a livello offensivo, più produttiva della sua carriera. Rice ha cambiato l’Arsenal. E l’Arsenal ha cambiato Rice.
105 milioni spesi bene
Può un acquisto da 100 milioni di sterline essere considerato un affare? Declan Rice è arrivato a Londra, sponda Arsenal, con tutto il peso delle enormi aspettative definite dal costo del suo trasferimento. Oggi, a 8 mesi di distanza però, si è rivelato il giocatore perfetto, quello che mancava allo scacchiere del maestro Mikel Arteta.
Corsa, intelligenza tattica, intensità, solidità difensiva e una inusuale presenza in zona gol. Rice ha risolto i pochi problemi dei Gunners inserendosi con personalità e qualità dal primo istante.
«Penso che molte persone mi vedano come un semplice centrocampista, uno che gioca semplice e protegge la linea difensiva. Ma io, i miei compagni e il mio allenatore sappiamo che posso fare molto di più. Voglio mostrare alla gente che posso essere emozionante». Parole che Rice stesso aveva pronunciato 3 anni fa a cui ora sta mantenendo fede con i fatti.
L’Arsenal è la squadra che segna di più in Premier League e Rice sta sfruttando benissimo tutto il potenziale offensivo suo e dei compagni, in un nuovo ruolo ‘cucitogli’ addosso dal genio di Mikel Arteta. Ora gioca più da mezzala e ha la totale libertà di inserirsi nelle aree avversarie; non a caso nelle ultime 5 di Premier ha segnato 3 gol e realizzato 3 assist.
E non sta producendo solo gol e assist. Più in generale ora è un giocatore che crea occasioni, soprattutto da calcio piazzato, fondamentale che gli è stato affidato da gennaio.
Spinta offensiva
Nelle giovanili Rice aveva già dimostrato di poter essere un ‘tuttocampista’, alla Yaya Toure per intenderci, quei giocatori in grado di fare qualsiasi cosa. Crescendo però è diventato il perno del West Ham e i suoi compiti difensivi sono sempre stati al 1° posto. Tranne in qualche rara occasione, in cui ha potuto esprimere tutto il suo potenziale atletico e tecnico, è sempre stato considerato come un grande metronomo.
Nelle ultime partite dell’Arsenal, tuttavia, Rice ha avuto libertà di movimento. In gran parte questo è stato dovuto al grande rientro di Jorginho, il vero equilibratore di Arteta.
La volontà di Rice di spingersi in avanti è anche un riflesso del dominio dell’Arsenal nelle partite, con la squadra avversaria costretta a difendersi bassa nella propria metà campo. In questa striscia di otto vittorie consecutive in campionato, l’Arsenal ha avuto una media del 65% di possesso palla.
Un altro dato simbolico del suo cambiamento è questo: nelle ultime 3 partite di campionato, ha effettuato 13 tocchi nell’area di rigore avversaria. Nelle 5 precedenti dell’Arsenal nel 2024, aveva un totale combinato di 1 tocco nell’area avversaria.
Complessivamente in questa stagione, Rice ha contribuito a 12 gol (6 gol e 6 assist). Il suo precedente miglior rendimento era di 9, che aveva ottenuto in ciascuno dei suoi ultimi due anni al West Ham.
L’intuizione di Arteta
Rice ha scelto l’Arsenal perché credeva che Arteta potesse portarlo a nuovi livelli e, finora, ha avuto ragione.
Questo ovviamente non significa che sarà un giocatore decisivo ad ogni partita. Il suo ruolo principale è ancora quello del centrocampista difensivo, zona in cui si sente più a suo agio.
Allo stesso tempo però, nella sua attuale posizione di ‘numero 8’, Rice può dimostrare di essere un giocatore completo. Un po’ mediano, un po’ regista creativo e, come ha dimostrato con i suoi gol contro Brentford e Sheffield United, un po’ attaccante. Se si considera che è anche può essere impiegato anche come difensore centrale (ha giocato lì in Champions League in questa stagione) non è difficile capire perché venga considerato l’acquisto dell’anno.
Rice ha cambiato l’Arsenal. Ciò che è forse più intrigante però è che il club stesso sta dimostrando di cambiare le carte in tavola per lui.
Si sta sviluppando davanti ai nostri occhi, evolvendosi nel suo stile di gioco e dimostrando una ferocia offensiva che aspettava da anni di emergere.