Meno di tre anni fa, come ricordato da Giuseppe Pastore, Eusebio Di Francesco guidava la sua Roma nella vittoria per 3-0 all’Olimpico contro il Barcellona. Le immagini di quella partita sono ben impresse nelle nostre teste: la bellissima rete di Dzeko su lancio di De Rossi. Il raddoppio di Capitan Futuro su rigore e, infine, la rete di Manolas da calcio d’angolo. Poi le corse, gli abbracci, le urla, i tifosi.
Ecco, se pensate a quell’Eusebio Di Francesco, è veramente difficile pensare sia lo stesso tecnico che nelle ultime 30 partite, tra Cagliari e Sampdoria, ne ha perse ben 20. Lasciando stare la parentesi genovese (più volte le due parti hanno ammesso che quel matrimonio non s’era da fare), sembrava che Cagliari potesse essere la rampa di ri-lancio per l’allenatore romano. Invece, purtroppo, i sardi hanno sin qui raccolto solo 15 punti in 23 partite (3 vittore, 6 pareggi e 14 sconfitte, ndr). Pochi, troppo pochi, per una squadra con un organico da almeno metà classifica. Tanti gli investimenti fatti sul mercato nelle ultime 2 stagioni (Zappa, Marin, Nandez, Godin, Simeone, Pereiro, Rog, Cerri, Oliva) ma, sin qui, troppo scarsi i risultati ottenuti.
Il presidente Giulini ha sempre dimostrato di credere nell’ex centrocampista, tanto da rinnovargli il contratto anche quando le cose già non andavano bene. È difficile dire di chi siano le colpe di queste continue disfatte e noi non ci permettiamo di tirare in ballo nomi.
Però una cosa è certa: a Cagliari serve qualcosa in più. In termini di impegno, di prestazioni, di risultati. Vedremo se sarà ancora Di Francesco colui che dovrà tirare fuori i rossoblù dalle sabbie mobili. Le capacità le ha. Vedasi Roma-Barcellona.