La storia dietro a una delle più belle parate di questa Champions League

by Cesare Ragionieri
Diogo costa

Se il Porto ha chiuso il primo tempo contro l’Inter senza subire gol, lo deve al suo estremo difensore. Diogo Costa è stato l’MVP dei primi 45’ di San Siro, con la ciliegina sulla torta rappresentata miracolo sul colpo di testa di Bastoni. Un riflesso incredibile, un gesto tecnico associabile più a un portiere di hockey che di calcio.

Diogo Costa rappresenta l’identikit ideale del portiere moderno. Alto 192 cm, forte tra i pali, nelle uscite e anche nel gioco con i piedi, un requisito sempre più importante nel calcio contemporaneo. La specialità della casa sono i calci di rigore: in carriera ne ha parati 7 su 12, di cui 4 degli ultimi 5. Ma da dove arriva il numero 99 dei Dragões?

Alle origini di Diogo Costa

Il classe ’99 è nato a Rothrist, un paesino in Svizzera di poco più di 7000 abitanti nel quale si era trasferito il padre per lavoro. Sette anni più tardi, nel 2006, la famiglia è tornata in Portogallo stabilendosi a Vila das Alves, a nord di Oporto. È cresciuto in un club locale dai 7 agli 11 anni, prima di entrare in un’accademia gestita del Benfica. Sì, avete letto bene: il Benfica.

Una stagione, ed è subito addio. Las Águias ritardano il suo avanzamento nell’accademia principale, motivo che spinge il ragazzo ad andarsene. Il Porto, la sua squadra del cuore, ne approfitta e non se lo lascia scappare. Nel settore giovanile dei Dragões trova João Félix: i due condivideranno lo spogliatoio fino al 2015, prima che l’attuale giocatore del Chelsea si trasferisca al Benfica.

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Diogo Costa trova spazio anche nelle Under del Portogallo. Nel 2016 vince l’Europeo U17 al fianco di giocatori come Rafael Leão, Diogo Jota e Diogo Dalot, battendo in finale la Spagna di Brahim Díaz. 2 anni più tardi arriva il bis nell’Europeo U19: questa volta a soccombere è l’Italia, schierata in attacco con il duo Scamacca-Pinamonti assistito da Zaniolo.

Un Porto ricco di talento sul tetto d’Europa

Un altro successo in ambito europeo arriva nel 2019, quando il suo Porto diventa il primo club lusitano a vincere la UEFA Youth League. Della stessa squadra facevano parte Fábio Vieira, ora all’Arsenal, Vitinha, che si è trasferito al Paris Saint-Germain, e Fábio Silva, ceduto al Wolverhampton.

A distanza di pochi mesi dal trionfo europeo, arriva l’esordio in prima squadra a 20 anni e 52 giorni. Meglio di lui solo Vítor Baía, storico estremo difensore dei Dragões da sempre idolo di Diogo Costa e al quale viene paragonato. Il 10 novembre 2019 il Porto batte il Boavista 1-0 e non subisce gol. Subito clean sheet, il primo di una lunga serie: finora ne ha collezionati 41 in 81 presenze.

Al termine della stagione 2020-21 viene promosso titolare. Chiede e ottiene la leggendaria maglia 99, il numero indossato per tutta la carriera proprio da Vítor Baía. L’annata 2021-22 è quella della svolta: viene nominato miglior portiere del campionato e diventa sorprendentemente anche la prima scelta nel Portogallo, al posto di Rui Patrício, alla vigilia degli spareggi per il Mondiale.

I lusitani battono Turchia e Macedonia del Nord e si qualificano per il Qatar, dove a 23 anni è stato il portiere titolare più giovane davanti a Unai Simón e Onana. Questa è la stagione della consacrazione: in Champions ha compiuto 26 parate in 7 partite (3,72 a gara), collezionando 3 clean sheet. Se il Porto può covare ancora speranze di qualificarsi ai quarti, lo deve soprattutto a Diogo Costa.