I numeri sono spaventosi. Tre partite da titolare in Champions, cinque gol. Quattro anni fa col Porto segnava al Leicester l’unico gol in Champions fino a questa stagione. Quattro anni dopo, Diogo Jota, è già a quota quattro dopo due partite e risolve i problemi dei campioni d’Europa del Liverpool. Per capire l’evoluzione del giocatore che ieri sera ha fatto a pezzi l’Atalanta, si deve partire proprio dall’inizio, dal nome. Quando firma, all’attaccante dei Reds serve una vita: Diogo José Teixeira da Silva, non proprio comodissimo quando devi fare le squadre al campetto. Meglio allora abbreviarlo in José, o semplicemente J. Ma la lettera “J”, in portoghese, si dice Jota, quindi per tutti è diventato Diogo Jota.
Occasione persa
Comincia a giocare nel Paços de Ferreira, dove esordisce in prima divisione nel 2014. Ai record doveva essere abituato fin da subito, dato che l’anno dopo diventa a 18 anni, nove mesi e dieci giorni, il più giovane marcatore della Primeira Liga. Nella stagione successiva entra in prima squadra stabilmente, mettendo insieme 12 gol in 31 partite. Non malissimo per non avere ancora 20 anni. Per questo l’Atletico Madrid lo sceglie in estate, strappandolo alla concorrenza di Porto e Benfica. Ai colchoneros però gioca poco, chiuso da Carrasco e Gaitan. Gli spagnoli lo girano in prestito proprio al Porto e cambia tutta la sua carriera. Incontra quello che Paolo di Canio ha definito «il santone che non predica, ma lavora», Nuno Espirito Santo. Nove gol in 38 match bastano per far sì che l’allenatore se lo porti in Inghilterra, al Wolverhampton. Ma neanche le 18 reti in Championship con cui trascina i Wolves in Premier League, fanno cambiare idea all’Atletico, che lo libera per 14 milioni di euro.
Perfetto per Jürgen
Da lì è storia nota. Due stagioni sempre in doppia cifra, con specializzazione in triplette. La prima la realizza nel gennaio 2019, in un 4-3 al Leicester. In quell’occasione eguaglia il record di Cristiano Ronaldo, l’ultimo portoghese a riuscirsi, undici anni prima. Si ripete a dicembre nel girone di Europa League contro il Besiktas e a febbraio 2020 nei sedicesimi con l’Espanyol. Corsa, accelerazioni e ricerca dello spazio. Si convince anche Klopp: Diogo può e deve far parte del suo Liverpool, che versa quasi 45 milioni di euro per portarlo ad Anfield a settembre. Gol all’esordio con l’Arsenal e nome sul tabellino anche al debutto con la nazionale, nel 4-1 alla Croazia in Nations League. Ora sta attraversando un momento d’oro. Negli ultimi dieci giorni la tocca e la manda in porta: Sheffield United, West Ham, Midtjylland e Atalanta, tutte piegate, perché adesso che il nome è così corto e non occupa tanto spazio sul tabellone, meglio scriverlo spesso.