di Giuseppe Pastore
Al di là dei classici buoni propositi su ogni nuovo anno, c’è un calciatore di serie A che più degli altri non vede l’ora di tornare in campo: è Ante Rebic, il croato del Milan fuori dal 7 novembre, quando aveva già fatto l’ultima mezz’ora del derby, e lontano da una maglia da titolare addirittura dal 16 ottobre, quando giocò i primi 36 minuti di Milan-Verona prima di essere sostituito a causa di uno dei suoi tanti problemi fisici. Ma è tutto normale, Rebic è fatto così: preferisce stare sotto il piumone nel girone d’andata, ma quando scatta il giro di boa diventa una belva.
Impossibile trovare numeri più chiari. In due campionati e mezzo al Milan, Rebic ha giocato 29 partite nel girone d’andata e ha segnato due soli gol (nel 2020-21 contro la Lazio, quest’anno alla Juventus), alla media non certo stellare di una rete ogni 734 minuti. Al ritorno, però, il dottor Ante si trasforma in mister Rebic: 33 partite, 21 gol, una rete ogni 105 minuti, appena sotto gli Haaland e i Lewandowski. Anche se al momento non è ancora rientrato in gruppo e la sua presenza per il big-match del 6 gennaio è ancora in forse, sia avvisata anche la Roma, perché nella partita di ritorno contro i giallorossi il croato ha timbrato il cartellino due volte su due, sia a San Siro (28 giugno 2020) che all’Olimpico (28 febbraio 2021). Così come ha sempre dimostrato di essere già in temperatura alla partenza del girone di ritorno, segnando una doppietta all’Udinese nel 2020 e un gol al Bologna nel 2021. E aumentano naturalmente anche le percentuali di precisione sotto porta: nel girone d’andata 2021-22 è stata del 6,25%, esattamente come nel 2020-21, quando però la mira del cecchino Rebic nel girone di ritorno è stata ben diversa, attestandosi su un eccellente 37%. Nella sua stagione d’esordio, Rebic aveva chiuso il girone d’andata con uno sconfortante zero, salendo invece al 28,2% nelle successive diciannove partite.
I calciatori sono umorali e, anche senza scadere nei più triti luoghi comuni sugli attaccanti balcanici, l’andamento di un tipo bizzarro come Rebic potrebbe persino essere influenzato dalle maree, dai fasi lunari, dalle tappe intermedie del calendario o anche dai semplici avversari (per esempio, quasi un terzo dei suoi gol in serie A – otto su 25 – sono stati segnati alle due torinesi). Anche se, in realtà, allargando lo sguardo alle tre stagioni precedenti in Germania con la maglia dell’Eintracht Francoforte, il rendimento del croato si normalizza: nove gol all’andata, otto al ritorno. Godetevi la sua top 5 in Bundesliga, condita da quelle sue reazioni polemiche verso tutto il mondo fuori, o semplicemente incomprensibili: per esempio, lo sapevate che il 26 gennaio 2019, dopo un bel gol al Werder Brema, non aveva esultato perché – come da motivazione ufficiale dell’ufficio stampa dell’Eintracht – era in realtà convinto di star giocando contro il Lipsia, sua ex squadra?