Duccio Degli Innocenti tra campo e studio: «Lo Spezia, la corsa promozione e la laurea…»

by Giacomo Brunetti

Lo stadio Picco tirato a lucido e la Curva Ferrovia praticamente completata, piena in ogni ordine di posto. In campo Duccio Degli Innocenti e il suo Spezia. Scatti, strappi, uomini puntati e dribbling. Da ormai diverse giornate è uno degli uomini in più di Luca D’Angelo e della sua squadra, che viaggia nel terzetto di testa in Serie B insieme a Sassuolo e Pisa: «Il pareggio contro il Mantova testimonia che siamo una squadra che non molla mai. Vogliamo rimanere lassù».

La stagione di prova al Lecco

Ci ha messo un po’ a carburare: arrivato ad agosto, cresciuto con costanza, ora Degli Innocenti è un fattore. Cresciuto nell’Empoli (che ne detiene il cartellino), lo scorso anno ha fatto la prima esperienza tra i professionisti in prestito al Lecco, sempre in Serie B: «È stato veramente importante. Era il primo nel calcio che conta, avevo fatto due presenze in Serie A ma non ero parte integrante della prima squadra. Sono passato dal settore giovanile di una squadra di A, dove sei coccolato, a una stagione in cui l’obiettivo era salvarsi: è stato difficile, per un ragazzo che usciva dalla Primavera, e molto formativo. Ho imparato molto, nonostante sportivamente parlando sia andata male. Non avevo mai giocato in un’altra realtà, uscire in prestito all’inizio può far paura, perché vai fuori dalla tua zona di comfort, ma è la scelta giusta. Sono molto contento di aver trascorso l’ultima stagione a Lecco».

Nato nel 2001 in Toscana nel Valdarno e cresciuto con la maglia azzurra, «all’Empoli la maggior parte dei tuoi compagni di squadra da bambino sono quelli che ti porti dietro fino in Primavera. Lavorano per portare più giocatori possibili dai Pulcini fino alla Prima Squadra. Mi sono ritrovato davvero tra i grandi con tre o quattro ragazzi che sono partiti con me, sono tantissimo».

Sempre più spazio allo Spezia

Questa stagione è andata in crescendo. Da inizio novembre è sempre più protagonista. «Sono arrivato allo Spezia in ritardo – ci spiega – e ci ho messo un po’ per ingranare. Ho preso in corsa la preparazione, fisicamente ero indietro e ho dovuto entrare nei meccanismi di una squadra che erano diversi». Nelle ultime 8 partite, D’Angelo lo ha mandato in campo per 6 volte: «Ho faticato inizialmente, lo ammetto, ma sono sempre stato aiutato nel migliore dei modi e ora sono contento: ho lavorato due mesi per farmi trovare pronto e sono contentissimo di dare una mano allo Spezia».

Lo Spezia ha un segreto: i calci piazzati. La maggior parte dei gol è arrivata su quest’asse. Pensate che a ottobre, 13 gol su 14 erano arrivati sugli sviluppi di un tiro da fermo. Incredibile: «I segreti non si dicono… ma ci lavoriamo tanto, come su tutte le altre cose. Abbiamo una fisicità importante, abbiamo chi li calcia bene, quindi creedo che questa combo sia determinante. Poi certo, in settimana ci lavoriamo, ci siamo attenti, è un’arma fondamentale per noi».

Il dribbling e i sogni di classifica

Punta molto l’uomo. Una caratteristica che si vede molto meno e che viene richiesta in modo minore rispetto agli anni passati. E invece anche i centrocampisti dello Spezia vanno a duello: Degli Innocenti in questo è un fattore, allargandosi o andando sul fondo. L’inserimento è un’arma che i bianconeri coltivano. Come, appunto, il dribbling: «Mi piace molto che allo Spezia ci venga chiesto di andare a duello: sono brevilineo e amo puntare l’uomo, il mister lo chiede a qualcuno di noi, nel mio ruolo è una caratteristica che vuole. Devo essere più concreto nell’ultima fase, devo migliorare questo aspetto».

La classifica parla chiaro: le tre di testa stanno staccando tutti. Ma la Serie B è un campionato difficile e bisogna continuare a correre: «Siamo in alto, all’inizio della stagione avevamo altri obiettivi, e ancora oggi cerchiamo di raggiungere innanzitutto l’obiettivo principale. Ci salviamo e poi andiamo a giocarci questa corsa fino in fondo, perché vogliamo far sognare questa piazza e vogliamo sognare anche noi. Anche a livello personale ho questo sogno: vincere un campionato o fare una promozione ti dà tanto all’interno di una carriera». Uno stadio restaurato, «la Curva Ferrovia riaperta e praticamente completata è veramente bellissima. Avremmo voluto salutarla con una vittoria, i tifosi se la sarebbero meritata. Dà un tocco in più a un bello stadio, pieno di gente, veramente caldo», e la certezza di avere un grande bomber: Pio Esposito. «Ho fatto il Mondiale u-20 in Argentina insieme a lui, e allo Spezia ho trovato un giocatore diverso: è sotto gli occhi di tutti. Un ragazzo cresciuto in positivo, non solo come calciatore. Sta diventando un giocatore importante e sono contento per lui: è una bravissima persona», ci racconta.

L’università parallelamente al campo

Oltre al calcio, Duccio ha intrapreso anche la carriera accademica. Da un anno studia Servizi Giuridici, «che sarebbe la prima annata di Giurisprudenza». Un percorso che gli piace: «Mi sono iscritto all’università. Credo e sono sicuro che mi aiuti anche nel mio modo di fare, in come approccio alle cose, anche durante la quotidianità. È una cosa che mi aiuta perché comunque noi calciatore abbiamo gli allenamenti durante la settimana, ma se ti organizzi il tempo di studiare lo trovi. Mi piace, soprattutto aiuta anche nel rapporto con le persone, scopro tantissime cose nuove che possono servirmi».

Qual è l’obiettivo? «Innanzitutto finire la triennale il prima possibile, ma neanche con troppa fretta, e poi vedremo se farò anche la magistrale. Mi è piaciuto molto Diritto dell’Unione europea. Qualche materia l’ho sofferta, su un esame pesanti… ho accettato pure il minimo. Sono uno che accetta, sì, perché comunque devo fare questo sforzo. Ma se so che posso fare meglio, preferisco farlo meglio. Sono attratto dall’ambito, mi piace che in futuro possa andare a lavorare in un’azienda o comunque in una società legata al calcio ma in quell’ambito giudidico, mi ha sempre attirato». Sicuramente, il percorso dello Spezia non deve accettare errori.