di Andrea Sperti
Due dita rivolte verso gli occhi, quasi a suggerire di guardarlo, perché lui in qualche modo la butta sempre dentro. È stato questo Giampaolo Pazzini per i suoi tifosi, quelli che ha fatto esultare in continuazione con le sue reti, gli stessi che lo hanno sempre applaudito in campo, per grinta ed attaccamento ai colori che in quel momento difendeva.
L’attaccante toscano ha segnato 115 gol in Serie A e 44 in Serie B, chiudendo di fatto la sua carriera con una rete alla Juventus, in un incredibile sfida giocata al Bentegodi e vinta da quello che era diventato il suo Verona. In carriera Giampaolo ha esordito tra i professionisti con l’Atalanta e, dopo un anno di apprendistato in Serie B con 9 gol all’attivo, è arrivata la Serie A. Pronti via e subito gol, alla prima contro il Lecce ed alla terza contro l’Inter, per dimostrare a tutti di che pasta fosse fatta quel ragazzino con l’istinto da killer sotto porta. In realtà, che fosse un bomber nato si era già capito il giorno dell’inaugurazione del nuovo Wembley, quando nell’amichevole tra Italia Under 21 ed Inghilterra, Giampaolo ha realizzato una incredibile tripletta, diventando anche il primo calciatore a segnare in quell’impianto.
A Bergamo Pazzini ha vissuto anni importanti, prima di approdare alla Fiorentina, la grande occasione della sua carriera. L’esperienza con i viola è stata a tratti esaltante e delle volte deludente, ma alcuni gol sono rimasti nella storia e nel cuore dei tifosi toscani, che lo hanno amato quasi al pari dell’altro grande bomber Luca Toni. È stato il passaggio alla Sampdoria, però, a far svoltare definitivamente la sua carriera. Pazzini, insieme ad Antonio Cassano, ha formato una coppia incredibile, che si amalgamava e completava splendidamente. Quella Samp è arrivata fino ai preliminari di Champions League, sebbene il sogno si sia interrotto un attimo prima di diventare realtà.
Anche con Inter e Milan Pazzini ha disputato delle buone stagioni, segnando con continuità e provando ad affermarsi, nonostante la concorrenza fosse di livello. Verona è stata un’altra tappa fondamentale per lui, l’ultima vera occasione di giocare e buttarla dentro in Serie A. A dire il vero, con gli scaligeri l’attaccante classe ’84 è ritornare per due volte in Serie B, lì dove tutto era partito con la maglia dell’Atalanta. Nel mezzo della sua esperienza in veneto, il centravanti ha avuto anche l’occasione di conoscere il calcio spagnolo e segnare un gol al Real Madrid con la maglia del Levante.
Adesso Giampaolo ha deciso di dire basta, appendere gli scarpini al chiodo e studiare per diventare un buon direttore sportivo. Il calcio è la sua passione e di certo non può abbandonare un mondo che gli ha dato tanto ed a cui ha dato tanto. Pazzini non esulterà più sotto le curve di mezza Italia, con le mani sugli occhi ed un sorriso pieno di gioia, ma il suo compito ora sarà scoprire altri talenti, magari attaccanti dal gol facile come lui.