E se vi dicessimo che Calafiori è uno dei migliori centrali della Serie A?

by Cesare Ragionieri

Riccardo Calafiori è una delle sorprese più belle di questo inizio di stagione. A 21 anni, sotto la guida di Thiago Motta, si è preso una maglia da titolare nel Bologna, la squadra rivelazione di questa Serie A, e nonostante la giovane età ne è già diventato uno dei leader. Da difensore centrale, e non più da terzino sinistro.

Da terzino sinistro a centrale: Thiago Motta ha rivoluzionato il ruolo – e la carriera – di Calafiori. Il tecnico del Bologna se lo coccola: «Ha qualità tecniche, fisiche e mentali, è un ragazzo coraggioso che imposta bene il gioco e può ancora migliorare visto che gioca da poco in questa posizione», ha dichiarato recentemente.

Giusto per ricordarlo: il Bologna ha speso 4 milioni di euro per acquistarlo dal Basilea. L’ennesimo capolavoro di Giovanni Sartori.

Le sliding doors di Calafiori

Eppure, la sua carriera poteva interrompersi anni fa. È l’ottobre del 2018, quando una brutta entrata di Vaclav Svoboda in Youth League contro il Viktoria Plzen gli frantuma il ginocchio sinistro: Calafiori si rompe tutti i legamenti, tutti i menischi e la capsula articolare. Passeranno quasi due anni prima dell’esordio in Serie A, il 1° agosto del 2020 contro la Juventus.

Nel 2020 il Guardian lo inserisce nella lista dei migliori 60 calciatori nati dopo il 2002. 12 mesi dopo si sbilancia anche l’UEFA, che lo mette tra i 50 giovani più promettenti del 2021. E poi che succede? Nella Roma gioca poco, è tra gli epurati di Mouri∫nho dopo il 6-1 contro il Bodø/Glimt: a gennaio va in prestito al Genoa, mentre nell’estate 2022 sceglie il Basilea per ripartire.

L’X Factor di Calafiori

Il Basilea è l’habitat giusto per ritrovare se stesso e dare una sterzata alla carriera. È proprio in Svizzera, in un campionato che negli ultimi tempi è salito di livello ed è stato un trampolino di lancio per diversi calciatori (Cabral e Ndoye su tutti), che comincia a giocare da centrale di difesa, anche se in una linea a tre.

È proprio la continuità che trova in Svizzera il segreto della sua crescita, assieme al salto di qualità fatto da un punto di vista mentale. Con il Basilea arriva a un passo dalla finale di Conference League: a fine stagione, a soli 12 mesi dal suo addio, torna in Italia.

 

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Il nuovo Calafiori

Lo vuole Sartori, lo vuole il Bologna di Thiago Motta. Bastano poche partite per capire il perché: alla sesta di campionato conquista una maglia da titolare ai danni di Lucumì e forma con Beukema una delle migliori coppie difensive della Serie A. Calafiori difende egregiamente, ma allo stesso tempo è fondamentale in fase di impostazione: insomma, è un centrale moderno.

E adesso? Per Calafiori questa è la stagione della svolta, ma forse neanche lui si aspettava di raggiungere standard così elevati in poco tempo. Sia a livello di squadra che personali. Prossimi obiettivi? Centrare una storica qualificazione in Europa con il Bologna e puntare ad una chiamata in Nazionale, un’ipotesi irreale qualche mese fa ma oggi non più così remota.

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