di Andrea Sperti
Alcuni trequartisti affermano che un assist fatto con i tempi giusti dia più soddisfazione di un gol. Mettere un proprio compagno nelle condizioni di segnare è, a loro dire, ancor più esaltante che gonfiare direttamente la rete, perché sei direttamente protagonista della gioia altrui e questo non può che renderti felice.
3 palloni da spingere in rete
Emanuel Vignato, giovane fantasista del Bologna, ieri di assist ne ha confezionati tre, tutti per Rodrigo Palacio. L’attaccante argentino dei felsinei ha trasformato in gol i passaggi tanto eleganti quanto smarcanti disegnati dal classe 2000, uno che con il pallone tra i piedi non perde mai la calma ed, anzi, sa sempre cosa fare. Destro o sinistro per Vignato non fa troppo la differenza, visto che il primo controllo è orientato per portarsi avanti il pallone, con la testa sempre alta a cercare il movimento giusto dei suoi compagni. Sinisa Mihajlovic lo ha voluto a tutti i costi la scorsa estate, sebbene il Bologna lo abbia acquistato già nell’inverno precedente. Il ragazzo nato a Negrar, però, ha chiesto di restare un altro anno con i clivensi e di essere acquistato prima della scadenza del suo contratto, per permettere alla società veneta di incassare una buona somma, dopo che negli anni precedenti la società del presidente Campedelli aveva rifiutato offerte importanti provenienti anche da Bayern Monaco e Barcellona. Vignato è sceso in campo con continuità in questa stagione, con 27 presenze all’attivo, godendo della stima del suo allenatore, che ieri ha parlato così nel post partita ai microfoni di DAZN:
«Vignato è un buonissimo giocatore, giovane. L’ho detto che non posso credere che uno come lui non gioca in Under 21 e spero che Nicolato se ne renda conto. Vignato se cresce come sta facendo, farà bene. Oggi ha fatto una bellissima partita. Le partite comunque si vincono con i giocatori di qualità. Oggi comunque per lui non era facile perché aveva pochi spazi, lui ha qualità e ha le giocate giuste. Non mi serve che gioca semplice, deve rischiare perché voglio vedere che si prende le sue responsabilità e posso vedere così le idee che ha. Sono contento della sua prestazione».
L’incontro con Totti ed un altro talento in famiglia
Nella porzione di campo che occupa il classe 2000 bisogna assumersi sempre le proprie responsabilità, non avendo paura di sbagliare o di tentare la giocata di livello. I passaggi illuminanti di ieri da parte di Vignato hanno ricordato i 10 italiani del passato ed in un momento in cui si dice che il calcio nostrano non sforna più i talenti di una volta, la classe del trequartista rossoblù pare un’oasi nel deserto dalla quale dissetarsi di talento. 4 anni fa, mentre si disputava Chievo-Roma, Francesco Totti, il numero 10 per eccellenza del calcio italiano, si è avvicinato ad Emanuel e gli ha chiesto quanti anni avesse, stupito dalla giovane età del ragazzo. Alla fine l’ex capitano giallorosso ha scherzato con il giovane calciatore veneto, chiedendogli se volesse 10 anni dei suoi ed accarezzandolo come fa un padre con un figlio. Quel gesto, con il senno di poi, può essere interpretato quasi come un passaggio di consegne, sebbene Vignato non abbia ancora dimostrato e vinto nulla in carriera.
A dire il vero a casa Vignato non c’è solo il talento di Emanuel del quale fregiarsi. Samuele, il fratello più piccolo classe 2004, sta impressionando tutti, sia con la maglia della Primavera del Chievo che con quella della Nazionale Under 17. Il giovane fratello del trequartista del Bologna gioca nella sua stessa posizione e pare avere gli occhi adesso di diversi top club europei, con Aglietti, tecnico della prima squadra dei clivensi, che lo tiene sotto occhio e spesso in settimana gli permette di aggregarsi al gruppo che scende in campo in Serie B.
Lavorare per imparare
Il campionato cadetto ha formato e reso calciatore Emanuel, che lo scorso anno ha disputato 32 partite, segnando 5 gol di pregevole fattura. In Serie A, invece, le reti sono state fino ad ora solo 2, seppur la prima all’Olimpico e la seconda a San Siro, di certo due palcoscenici perfetti per siglare gli unici gol della carriera nel massimo campionato italiano. Ieri Vignato, al termine della partita pareggiata con la Fiorentina grazie ai suoi tre assist, ha parlato ai microfoni di DAZN, spiegando anche quanto sia importante per lui allenarsi con giocatori del calibro di Palacio e Soriano:
«Il primo messaggio che ho letto è stato di Mattia Bani, mi ha scritto “show”. Gli assist? Anche Palacio è stato bravo a finalizzare. Sono felice per la mia prestazione, sarebbe stato meglio prendere 3 punti ma va bene lo stesso. Rodri è una bellissima persona perché ti aiuta in tutto, anche negli allenamenti. Ti aiuta a giocare ed è bravo in tutto. Qua a Bologna ho giocato spesso largo, però posso fare anche il trequartista. Assist più bello? Forse il primo perché c’era un po’ più gente nel mezzo. Idoli? Da Soriano impari tanto. Poi guardo sempre in Europa i giocatori che giocano nel mio ruolo, come Neymar e Coutinho. Under 21? “Io penso a fare bene quotidianamente, poi ciò che verrà, ben venga».
A 20 anni il talento non basta, ma averne in quantità industriale come Vignato di certo aiuta. Mihajlovic non è un tecnico che fa sconti a nessuno ma se lo schiera in campo con regolarità un motivo ci sarà. Ora sarebbe un errore caricare di eccessiva pressione questo ragazzo che, come tutti i giovani della sua età, avrà anche il diritto di sbagliare o di incappare in una giornata no, nella quale non riuscire nemmeno a servire un pallone invitante. Di certo ieri ha stupito tutti per la facilità di gioco e per la visione degli spazi, capacità che si sviluppano nel tempo e che lui ha già acquisito. Le sue caratteristiche gli permettono di svariare su tutto il fronte offensivo, ma non è escluso che in futuro possa anche svolgere il ruolo di mezzala, magari con meno compiti difensivi vista la sua struttura fisica. Vignato deve avere il tempo di consacrarsi e sempre degli allenatori che credano in lui. Solo così può davvero rientrare nella cerchia di quei giocatori che fanno il bene del calcio italiano.