Enzo Maresca profeta… all’estero: dai successi con il Siviglia alla panchina del City

by Redazione Cronache

di Lorenzo Semino

Metti una finale di Coppa UEFA ad Eindhoven nel 2006. Metti una squadra in ascesa, il Siviglia di Juande Ramos, e metti la regina delle rimonte e dei gol fuori casa, il Boro di McClaren. Metti un italiano per squadra: da una parte Enzo Maresca, dall’altra Massimo Maccarone.

Metti una fascia destra inarrestabile sull’asse Dani Alves-Jesus Navas, lo strapotere di Luis Fabiano, lo zampino di Kanouté e il capocannoniere della competizione Saviola. Metti i due Mark, Schwarzer e Viduka, che poco più di un mese dopo avrebbero affrontato l’Italia (con la maglia dell’Australia) nel Mondiale di Germania facendoci sudare sette camicie. Chi più ne ha, più ne metta.

La prima volta

Nella prima finale europea del Siviglia, che a 14 anni di distanza viene definito all’unanimità specialista di coppa, c’è lo zampino di un italiano: si tratta proprio di Maresca, alla sua prima stagione con gli andalusi. Premessa: il risultato finale dirà 4-0, ma fino al minuto 78 la partita resterà sostanzialmente una contesa ancora aperta.

I biancorossi di Spagna sono più arrembanti, sulle corsie laterali danno il bianco ma il pericolo è sempre dietro l’angolo. Il più pericoloso nel Middlesbrough era stato Big Mac, con un tiro-cross che fa la barba al palo e per poco non beffa Palop. Quasi un gioco di parole.

Per mettere il sigillo su una finale arcigna e scacciar via gli spettri serve invece la rabbia del giovane «Enzino», svelto a ribadire in rete un tiro di Kanouté respinto in piena area di rigore. Qualche minuto più tardi Maresca si ripete con un tiro da fuori area, sfiorando la tripletta proprio in occasione del poker, calato poi dal bomber franco-maliano. Ci aveva provato con l’esterno: della serie «se segna così viene giù lo stadio».

Qualche settimana prima ci era riuscito Antonio Puerta, scomparso tragicamente nel 2007. Sua la rete decisiva, nel bel mezzo dei supplementari, contro lo Schalke 04 in una semifinale combattutissima e decisa proprio da un gol d’autore. Una rete che resterà “per sempre”, come la scritta che Maresca si è tatuato su una spalla vicino al numero 16, il numero di maglia del capitano. A lui e a José Antonio Reyes è stata dedicata, con una maglia celebrativa, anche la vittoria dell’Europa League 2020.

Allenatore

Il nome di Maresca è tornato in auge nei giorni scorsi, visto il passaggio al Manchester City nel ruolo di mister della squadra Under 23. Non è la prima esperienza in Inghilterra dell’ex centrocampista, che già aveva lavorato al West Ham nel ruolo di vice-allenatore con Manuel Pellegrini, oggi in carica al Betis. A Siviglia, nel suo Siviglia, l’ex centrocampista ha invece svolto il ruolo di collaboratore tecnico sotto la gestione Montella, naufragata in 5 mesi nonostante un quarto di finale in Champions League raggiunto per la seconda volta nella storia del club. Anche Europa League degli andalusi, c’era lo zampino di un italiano.