Dal Südtirol alla Croazia di Modric: «Torno sempre ad aiutare i miei nei campi»

by Giacomo Brunetti
erlic

Dopo averlo visto crescere, il Sassuolo ha deciso di riacquistarlo nel 2021, lasciandolo un ulteriore anno allo Spezia. Lui non ha perso tempo e, qualche giorno fa, a conferma della grande crescita dell’ultimo periodo, ha esordito da titolare nella rinnovata nazionale croata, fermando Benzema e Mbappé alla prima da titolare. È la storia di Martin Erlic, difensore centrale tra i più positivi della scorsa stagione. Una Storia, quella con la S maiuscola, connessa con la sua storia, quella personale. Nel 1998, quando è nato, da 3 anni la sua famiglia era senza casa, rasa al suolo dalla guerra di Jugoslavia. Il padre, Nino, l’ha ricostruita da zero con le proprie mani.

 

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La storia di Martin Erlic

Erla, come lo chiamano Modrić e Brozović in Nazionale, ha deciso: quando chiuderà con il calcio, scriverà un libro per raccontare la sua infanzia, vissuta in un territorio falcidiato dalla guerra e dal terrore. Difficoltà che non ha mai dimenticato, restando umile e rafforzando il legame con il padre e la madre. Ogni volta che finisce il campionato torna nel suo paesino da circa 500 abitanti, Tinj, per aiutarli a mandare avanti la loro azienda agricola.

Una famiglia davvero unita: a12 anni, alla Dinamo Zagabria, quando non aveva i soldi per comprarsi le scarpe da gioco, arrivarono in soccorso i suoi fratelli. Poi a 15 anni lo nota il Parma e si sposta in Italia: è il 2014 e tre stagioni più tardi, la prima esperienza tra i grandi al Südtirol. Lassù, a Bolzano. È qui che incontra due compagni che diventeranno amici e punti di riferimento: da una parte Emmanuel Gyasi, che ritroverà a Spezia, dall’altra Andrea D’Egidio, il portiere degli altoatesini.

Erlic Modric

«Aprivano il campo per noi»

«Andavamo per primi al campo per andare in palestra e fare forza. Aprivano il campo solo per noi. I magazzinieri si arrabbiavano perché eravamo gli ultimi a uscire, fissi ad allenarci. Un professionista esemplare. Si vedeva che aveva prospettive» racconta proprio  D’Egidio. Non mancano gli aneddoti sotto casa: «Scendeva da me e Gyasi per cena, sempre. Alle 7.30 cenavamo e poi ci guardavamo i nostri programmi preferiti alla televisione, spesso in replica perché eravamo al campo».

«Eravamo un punto di riferimento. Io non avevo la macchina a Bolzano e la stazione era lontana: quando la mia ragazza arrivava alla stazione, poteva essere anche notte fonda, prendeva e mi accompagnava a prenderla, e ci riportava a casa». Da Bolzano a Modrić: prima della partita, Luka si è avvicinato a Martin per dirgli di stare tranquillo. C’è una foto, più di tutte, che ci racconta quanto Modrić sia un leader. E siamo sicuri che questo momento, Erlić, non lo dimenticherà mai.