Esclusiva – Kalulu raccontato a Cronache: «Milan, hai fatto un affare. Qui in Francia…»

by Redazione Cronache

di Gabriele Codeglia

«Finisco la partita a bocce con i miei amici, torno in sede e ci sentiamo». Sono queste le prime parole di Roger Martinez al telefono con Cronache.

L’allenatore delle giovanili del Saint-Priest è stato anche il primo di Pierre Kalulu, giovane terzino classe 2000 che sta per arrivare al Milan, e ci ha raccontato i suoi esordi con il pallone tra i piedi.

Come tanti pensionati, il passatempo preferito di Roger è la pétanque, al circolo, con i compagni di sempre. A 74 anni, se la salute lo permette, c’è tutto il tempo per godersi la vita, di sicuro in modo diverso, e c’è anche tutto il tempo per continuare a dedicarsi alle proprie passioni, di cui la più grande, ovviamente, è il calcio.

Il club

«Sono arrivato all’AS Saint-Priest nel 1962, quando avevo quindici anni, all’epoca come giocatore. Il club in quel momento militava nelle categorie regionali. Da allora non me ne sono più andato e oggi sono il tesserato più anziano e che è da più tempo in questa società».

Siamo a sud-est di Lione, nel quartiere, appunto, di Saint-Priest, dove il club viene fondato nel lontano 1945. Ventidue anni più tardi, i giallo-rossi raggiungono la Division 3, l’attuale National 1, ovvero il terzo livello del calcio francese. Oggi, la seconda squadra della città dopo l’Olympique, milita in National 2 (l’equivalente della nostra Serie D, o vecchia Serie C2) e come spiega il signor Martinez, «il nostro obiettivo è quello di far crescere quanti più giovani possibile e nel miglior modo possibile».

© AS Saint-Priest

E, a giudicare dal recente passato, il settore giovanile del Saint-Priest è decisamente una fucina di talenti di assoluto valore. Tra i tanti giovani partiti dai campi di questo club si legge il nome di Nabil Fekir, attualmente al Real Betis, che ha giocato nel Saint-Priest nella stagione 2010-2011, per poi approdare e sfondare nel Lione (193 presenze e 69 gol in prima squadra), e laureatosi campione del mondo in Russia con la Francia di Deschamps nel 2018.

Sono passati di qui oltre trenta ragazzi poi diventati professionisti tra cui anche Bouna Sarr, oggi in pianta stabile al Marsiglia, Romain Del Castillo, classe ’96 del Rennes, e per ultimo il talento del 2003 approdato al Lione, Rayan Cherki.

Nel destino

Ma c’è una famiglia, in particolare, che ha legato il proprio nome all’AS Saint-Priest, ovvero quella di Pierre Kalulu.

Come racconta mister Martinez, «il primo che ho allenato è stato il fratello maggiore di Pierre, Gédéon, un classe ’97 che ora gioca nell’AC AJaccio, in Ligue2. Posso solo che spendere belle parole per Pierre e la sua famiglia, davvero delle brave persone, gente tranquilla e di cuore. Anche il primogenito, Aldo, è un calciatore professionista, lui non ha giocato da noi ma nelle giovanili del Lione e ora è allo Swansea. Mentre il più piccolo, il quarto fratello, Joseph, ha quindici anni e ovviamente anche lui attualmente veste la maglia dell’OL».

Riconoscenza

Il Saint-Priest sembra essere una vera e propria stazione di servizio per il serbatoio dell’académie del Lione, anche se Martinez vuole sottolineare un’aspetto a cui tiene particolarmente. «Ogni volta che un nostro ragazzo firma con l’Olympique, il suo passato viene completamente dimenticato sia dai media che dal Lione stesso. Non c’è riconoscenza nei nostri confronti. Eppure gliene abbiamo ceduti tanti. Per correttezza andrebbe detto dove si è formato il giovane in questione, invece non accade mai. Spero che almeno in Italia facciate il nome del Saint-Priest per renderci il giusto merito».

Il giorno in cui Pierre Kalulu ha firmato il suo primo contratto da professionista con il Lione. Sulla sinistra, il suo ex allenatore Roger Martinez.

© Olympique Lyonnais

Intelligenza tattica

«Quando arrivò, Pierre aveva sette anni, ma già si vedeva il suo più grande pregio: l’intelligenza tattica. Si giocava a 5, chiaramente, e io lo schieravo al centro della difesa perché il ruolo del terzino non era contemplato in un campo così piccolo. Quando gli dicevo di passare la palla a un determinato compagno di squadra e magari nel frattempo quel giocatore si era spostato in un’altra posizione, più scomoda e rischiosa per ricevere, Pierre capiva subito che non avrebbe dovuto dargliela e così decideva da solo per una soluzione di gioco alternativa e migliore. Credo sia una cosa davvero rara per un bambino così piccolo: solitamente a quell’età si seguono alla lettera le indicazioni dell’allenatore, quasi senza ragionare. Ma Pierre non era così».

Carattere

Il 2 novembre scorso, in occasione della decima giornata del Girone D della N2, Kalulu ha affrontato, da capitano, la sua ex squadra. Una sfida ricca di emozioni e quella fascia al braccio, ovviamente, non è frutto del caso. «Quando Pierre era piccolo non aveva paura, nemmeno quando veniva pressato. Non si faceva problemi a spazzare il pallone, oppure a partire palla al piede verso la porta avversaria per allontanare il pericolo. Pierre è sempre stato un bimbo tranquillo, molto diligente, e ascoltava con grande attenzione tutto ciò che io dicevo durante gli allenamenti e le partite».

© AS Saint-Priest

Fiducia

Il buongiorno, quindi, si era già visto dal mattino e, nonostante il passare degli anni, Martinez non ha cambiato idea. Anzi, c’è spazio anche per un’altra stoccata.

«Hanno preso Pierre da noi quando aveva dieci anni, ma oggi, secondo me, la scelta del Lione di far partire un giovane come lui, gratis, senza rinnovargli il contratto, è stata un grosso errore. Non puoi lasciarti scappare un talento del genere. Complimenti al Milan: ha fatto un affare. Non ho mai avuto dubbi sulle sue qualità e su quello avrebbe potuto essere il suo futuro: si vedeva già all’epoca. Credo che sicuramente crescerà: ha bisogno di fiducia, cosa che al Lione non gli hanno dato, scaricandolo così. Ma questo è un discorso che vale per tutti i ragazzi a questo punto della carriera. Spero per lui che non abbia problemi ad adattarsi al calcio italiano. Gli auguro il meglio».