di Andrea Sperti
Si può passare dal terzo all’ultimo posto, con annessa retrocessione, in solo tre anni? Si, se si hanno 217 milioni di euro di debiti, si cambiano 7 allenatori in 5 anni e si sperperano tutti i ricavi con campagne acquisti scellerate, senza programmazione.
La storia è quella dello Schalke O4, uno dei club più importanti di Germania degli ultimi 30 anni. La formazione di Gelsenkirchen ha vinto 7 campionati, 5 coppe nazionali, 1 Coppa di Lega tedesca, 1 Supercoppa di Germania, 1 Coppa Uefa e 2 Intertoto. Ha vissuto nella sua storia 4 retrocessioni, ma l’ultima risaliva al 1991 e questa, come apparso sui social del club, «fa più male del previsto».
Inizi, storia e giocatori
La squadra della Renania settentrionale è nata nel 1904, da qui lo 04 nel nome, ed è una società polisportiva tedesca, visto che il club è attivo anche in altri sport, quali pallacanestro, pallamano, tennis da tavolo, sport invernali ed eSport. Negli anni è aumentato sempre di più il seguito nei suoi confronti ed ora con 155.000 membri lo Schalke 04 risulta il secondo club sportivo per numero di affiliati. Nel 1971 il club ha vissuto il momento più buio dalla sua nascita, dovendo lottare contro l’onta del calcio scommesse. Tre giocatori dei bianco club sono stati, infatti, squalificati per aver intascato dei soldi per perdere una partita, mentre la società ha perso di credibilità agli occhi degli appassionati.
La partita più importante per i tifosi dei Knappen, in italiano i minatori, è senza dubbio il derby della Ruhr contro il Borussia Dortmund, sebbene nell’ultimo decennio la forza dei giallo neri sia aumentata sensibilmente ed adesso sono loro a giocare stabilmente le coppe europee. Lo Schalke 04, invece, è arrivato in alto un passo alla volta, grazie ad una crescita sportiva che è andata di pari passo a quella commerciale. Alla Veltins Arena, un gioiello da circa 62000 posti, hanno potuto ammirare grandissimi calciatori, tra propri beniamini ed avversari. Manuel Neuer, Benedikt Howedes, Julian Draxler, Leon Goretzka o Alexander Nubel sono prodotti della “cantera” bianco blu, mentre Raul Blanco, Klaas-Jan Huntelaar e Jefferson Farfan, solo per citarne alcuni, sono arrivati qui da campionati differenti, provando a rendere grande questo club e permettendogli di essere competitivo non solo in Bundesliga ma anche in Europa.
Dal punto più in alto a quello più in basso
Oltre la vittoria della Coppa Uefa, il punto più alto della storia dello Schalke O4 è probabilmente la semifinale di Champions League raggiunta nel 2010/2011. Quella squadra era allenata da Ralf Rangnick ed in campionato è arrivata al quattordicesimo posto, dando priorità assoluta alla competizione europea. In quella Champions i tedeschi hanno superato un girone con Lione, Benfica ed Hapoel Tel Aviv e tra ottavi e quarti hanno fatto fuori il Valencia ed i campioni in carica dell’Inter, arrendendosi solo al Manchester United di Ferguson in semifinale.
Sarebbe stato grandioso riconfermarsi e la società ci ha provato in tutti i modi, nonostante i risultati non sempre siano arrivati in modo puntuale. Forse è proprio per questo che la voce debiti nel bilancio è aumentata a dismisura, bloccando negli ultimi tempi il mercato dei tedeschi. Le ultime due stagioni sono state assolutamente disastrose e per provarlo basti pensare a questo record negativo, che basta per far capire il dramma sportivo che stanno vivendo i tifosi di questo glorioso club. Bentaleb e compagni, infatti, non hanno vinto per 30 giornate di fila, a cavallo tra la diciottesima giornata della stagione 2019/2020 e la quindicesima giornata del campionato attuale.
I ritorni di Sead Kolasinac e Klaas Jan Huntelaar nel mercato di gennaio, oltre ai tanti cambi di allenatore, non hanno dato la svolta che desideravano da queste parti e il torneo ancora in corso è stato un vero e proprio calvario. Con 13 punti, frutto di 2 sole vittorie, 7 pareggi e 21 sconfitte, e con all’attivo 18 gol fatti e 76 subiti lo Schalke 04 si candida a battere ogni primato negativo della storia del campionato tedesco e già nessuno, dal 2000 ad oggi, aveva incassato tante reti a questo punto della stagione. La sconfitta nello scorso turno di campionato contro l’Arminia Bielefeld ha sancito di fatto la matematica retrocessione dei bianco blu in ZweiteLiga con quattro giornate d’anticipo ed i tifosi, al ritorno in città della squadra, hanno aspettato i giocatori per insultarli ed aggredirli. Tutto è durato pochi attimi, grazie anche al pronto intervento delle forze dell’ordine che hanno ristabilito la calma, ma molti dei ragazzi della squadra di Gelsenkirchen sono sembrati scossi dall’accaduto e la società ha deciso subito di schierarsi al suo fianco, con il direttore tecnico che ha difeso la sua squadra in conferenza stampa:
«La violenza non è mai giustificabile. I giocatori saranno lasciati liberi di scegliere se scendere in campo fino alla fine del campionato.Andrà sul terreno di gioco solo chi se la sentirà, per finire il torneo con dignità».
Tra presente e paure
Il rischio adesso è di finire come l’Amburgo, storico club tedesco che, dopo esser retrocesso, non riesce più a risalire e quest’anno presumibilmente si giocherà lo spareggio con la terz’ultima della massima serie tedesca, ad oggi il Colonia. Dallo Schalke 04, nel frattempo, andranno via i pezzi da novanta della rosa, tra i quali Klaas Jan Huntelaar, che potrebbe ritornare in Olanda per chiudere lì la sua carriera, Nabil Bentaleb, centrocampista centrale di grande qualità, che a 26 anni può trovare un’altra squadra per cancellare in fretta le ultime negative stagioni, e Shkodran Mustafi, difensore centrale che non farà fatica a trovare un club che punti su di lui. Anche il tecnico Dimitrios Grammozis non è certo di proseguire la sua avventura sulla panchina dello Schalke 04 nella prossima stagione, sebbene la dirigenza gli abbia fatto firmare un contratto fino al 2022. Per lui sarà molto importante capire i programmi e le ambizioni del club per decidere se restare o andare via.
Insomma, la stagione fallimentare dello Schalke 04 è ormai volta al termine. Il club della Renania settentrionale è retrocesso dopo 30 stagioni e diversi successi. Il fallimento sportivo, però, fa parte del gioco, basta solo saperlo accettare e ripartire con ancora più entusiasmo. Se i bianco blu lo faranno, presto saranno nuovamente tra i protagonisti della Bundesliga.