A 11 miglia dalla costa di Aveiro – 80mila abitanti, detto “la Venezia portoghese” per i tanti canali – si trova una nave. Si chiama Cristo é Companheiro, sta pescando sardine, è lunga 21 metri e sta affondando per colpa di un’avaria all’elica. L’equipaggio riesce a lanciare un’ultima richiesta d’aiuto che ottiene risposta da una nave nelle vicinanze, di nome Vitória Coentrão. Si chiama come la primogenita di Fábio Coentrão, ex terzino del Real Madrid, il cui fratello è il capitano della nave quel 19 luglio 2018, al momento del soccorso. Perfettamente riuscito. Il Cristo é Companheiro viene inghiottito dalle onde, ma tutti i 15 dell’equipaggio arrivano a riva sani e salvi. Fábio Coentrão non è a bordo, quel giorno. Si trova probabilmente a Madrid, dove però non c’è posto per lui. Il nuovo tecnico Julen Lopetegui non lo vede, al Real. Coentrão è a un bivio. Sceglie un romantico ritorno a casa, al Rio Ave, dove nel 2005 è iniziata la sua carriera. È nato a Vila do Conde – nel nord del Portogallo – ma è cresciuto a Caxinas, un borgo di pescatori da cui sono partiti altri calciatori noti, come Hélder Postiga e Bruno Alves.
Coentrão foi à pesca com Postiga https://t.co/4ztDiStBPM pic.twitter.com/abEt37UHag
— BOLA NA ÁREA (@BOLANAREA2) June 19, 2017
Coentrão, tribunali e Benfica
Il 29 gennaio 2020, Fábio Coentrão esce dal tribunale di Monsanto. Ha appena testimoniato al processo riguardante un attacco all’Academia de Alcochete, il campo d’allenamento dello Sporting Lisbona, che dal settembre 2020 si chiama Academia Cristiano Ronaldo. Nel maggio 2018, infatti, una quarantina di uomini incappucciati era entrata nei locali minacciando i giocatori dello Sporting. «Non so, ero in bagno quando è successo, però il giorno prima c’è stato un incontro tranquillo col presidente», dice. Quando esce dall’aula, ai giornalisti rivela: «Mi sono ritirato». Qualche giorno dopo, dietrofront: «In realtà sto cercando una squadra». Si parla di Paços de Ferreira ma alla fine quella di Coentrão è una scelta di cuore: resta al Rio Ave, il club della sua città. «Qui ho iniziato il mio viaggio, ho vissuto emozioni che mai avrei pensato di provare. Ho condiviso l’Olimpo con gli dei del calcio. Ora sono tornato, ho ancora tanto da dare», scrive su Instagram. Viaggio iniziato nel 2004, quando a 16 anni Fábio Alexandre da Silva Coentrão esordisce col Rio Ave. Nel 2008 è al Benfica, gioca come ala. Viene prestato al Saragozza, torna al Benfica e vince il doble nel 2009/10 sotto Jorge Jesus: «Sarai il miglior terzino sinistro al mondo».
«La mia felicità è in barca»
Da ala a terzino sinistro. Nel luglio 2011, Fábio Coentrão è a Madrid. Il Real lo paga 30 milioni più il cartellino di Garay. In Spagna è tutta un’altra cosa: 106 partite, vince due volte La Liga, una Coppa del Re, due Champions League e altrettanti Mondiali per club. Con un retroscena: a settembre 2013 è tutto fatto col Manchester United, ma il Real non trova in tempo un sostituto (Guilherme Siqueira, ex Udinese) e così salta tutto. Meglio così, perché Coentrão vince la Décima con Ancelotti in panchina, poi va in prestito al Monaco, torna nel 2016 a Madrid, gioca sole tre partite e rescinde il contratto: «Ma ehi, ho avuto sette anni di contratto col Real Madrid. Non pensi mica li diano a tutti, vero?», commenta. Eppure, il suo 2016 non finisce qui: il Portogallo vince l’Europeo in Francia, ma Coentrão è infortunato e per questo non c’è. Così, verso il tramonto della carriera ecco un nuovo progetto: «Mio padre aveva una barca, faceva il pescatore. Venivo sempre qui in vacanza, la mia vita era fatta di mare e pesca – ha raccontato il portoghese a Empower Brand Channel –. Sapevo che, terminata la carriera, avrei dovuto imprimere una nuova direzione alla mia vita. La mia felicità è in barca. Questa è la vita che voglio».
Pesca ovunque: persino al matrimonio
«Fare il pescatore è una professione come le altre. Vivere per mare non è un’onta, come dicono alcuni», prosegue Coentrão. Che s’è ritirato a 33 anni con le idee chiare: proseguire la tradizione della famiglia aggiungendovi però una vena più imprenditoriale. La pesca è nel destino: quando si sposa con Andreia Santos, nel maggio 2010, il matrimonio si celebra il giorno dopo che il Benfica vince il campionato e la chiesa prescelta è la Igreja Nossa Senhora dos Navegantes, la Madonna patrono di pescatori e uomini di mare. A due mesi dalle nozze arriva Vitória, la prima figlia (darà il nome anche a una barca, come detto), seguita da Henrique quattro anni dopo. E mica finisce qui: oltre a metter su famiglia, Coentrão plasma la sua flotta. Oggi conta tre pescherecci, che danno lavoro a 45 persone. Il primo l’ha acquistato ai tempi del Real Madrid, l’ultimo nel 2020 investendo – pare – quasi due milioni di euro. In Portogallo sono attualmente censiti quasi 4mila pescherecci: «Il prossimo passo? Voglio avere dieci barche all’età di quarant’anni».