L’ex centrocampista di Barcellona, Arsenal e Chelsea oggi al Monaco, Cesc Fabregas, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport.
CR7 – «Non sarà più il Cristiano Ronaldo che salta gli uomini in dribbling però segna tantissimo e vince».
LA SFIDA TRA JUVENTUS E BARCELLONA – «All’andata il Barcellona ha giocato molto bene contro la Juve, ma è stata una gara molto equilibrata. A Morata sono stati annullati 3 gol per fuorigioco millimetrico. Negli ultimi anni all’attaccante spagnolo è mancata un po’ di regolarità, però adesso l’ha ritrovata perché in Italia si trova molto bene, è felice. Con CR7 si compensa e segnano entrambi».
SARRI – «Voleva puntare su Jorginho, che aveva avuto al Napoli ed era arrivato al Chelsea per 60 milioni. A me non bastava giocare l’Europa League e Coppa di Lega, io sono sempre stato titolare. Volevo essere sempre protagonista in Premier. Così alla fine sono andato via. Sarri è un buon allenatore e una persona di cuore. Però ha convinzioni molto forti a livello tattico, è superstizioso ed è molto difficile fargli cambiare idea».
SCARAMANTICO – «Sarri ci fissava gli allenamenti sempre alle 3 del pomeriggio. Chi aveva famiglia come me, in quel modo non vedeva i figli tutto il giorno. La mattina andavano a scuola e quando rientravo la sera dopo l’allenamento, loro erano già a letto. Così un giorno abbiamo chiesto a Sarri di spostare le sedute al mattino. Ma ci disse che dovevamo allenarci alle 15 perché una studiosa di Pisa aveva provato scientificamente che quello è l’orario migliore per il corpo. Mah, sarà… Io so solo che per qualsiasi giocatore è molto importante anche il tempo in famiglia».
MESSI – «Se lascerà Barcellona a fine stagione? È casa sua, è la sua squadra da quando è piccolo. Sono scelte molto personali, non mi intrometto. Messi non ha proprio la percezione di essere un Dio del calcio, è un ragazzo molto umile, solare. Ama vivere come le persone normali tanto che, pur essendo una star, vorrebbe muoversi senza gli uomini della sicurezza. Ha anche un gran cuore, è sempre pronto ad aiutare i bambini malati e le persone più povere».
MOURINHO VS GUARDIOLA – «Tutti pensano che siano opposti. In realtà di opposto praticano soltanto il tipo di gioco. Ma come allenatori e modo di vivere i calcio sono identici: sono maniacali. E soprattutto vincenti. Mou e Pep hanno segnato un’epoca, ultimamente si è aggiunto a loro anche Klopp. Se penso ai migliori allenatori degli ultimi venti anni, assieme a loro metto anche Wenger, Ferguson, Lippi e Ancelotti».
PIRLO – «Non sono stupito che sia in panchina, anche perché la vita è fatta di opportunità che vanno colte. Guardiola, Zidane e Arteta hanno fatto molto bene pur non avendo alle spalle una gavetta. Pirlo è stato un genio in campo e i giocatori con queste caratteristiche diventano grandi allenatori. Senza contare che è stato allenato da top tecnici come Ancelotti, Lippi, Conte. Non ho dubbi: Pirlo diventerà un grandissimo allenatore».