Da bambino suo padre Gabriel lo portava in moto agli allenamenti. Oggi, Fabricio Díaz è il capitano dell’Uruguay che si giocherà la finale del Mondiale U20 contro l’Italia ed è stato inserito nella prima lista dei convocati di Marcelo Bielsa da ct della Celeste contro Nicaragua e Cuba in programma a giugno.
Da raccattapalle al gol del titolo in 6 mesi
Primo per occasioni create in tutto il torneo, primo per duelli vinti e dribbling completati nella semifinale contro Israele, il centrocampista classe 2003 di proprietà del Liverpool di Montevideo ha iniziato a giocare quando avevo 3 anni al baby fútbol nel club del barrio Tiscornia di La Paz nella provincia di Canelones, a mezzora da Montevideo. All’età di 12 anni si è trasferito nella capitale quando è entrato nelle giovanili del Liverpool, club omonimo di quello inglese, ma con i colori nerazzurri.
Nel 2019 però, quando i reds di Klopp hanno vinto la Champions League, gli uruguaiani hanno vinto il Torneo Intermedio, ovvero la competizione che si svolge a metà anno al termine del Torneo Apertura e prima del Clausura, e a febbraio 2020 il club nerazzurro ha affrontato e superato ai supplementari il Nacional, una delle due grandi del Paese nella Supercoppa. In entrambi i titoli vinti a distanza di 6 mesi, Fabricio era in campo: la prima volta da raccattapalle, la seconda all’esordio in Prima Squadra con 17 anni appena compiuti e il gol del definitivo 4-2 ai supplementari nel momento di maggior difficoltà.
Origini italiane e la finale contro gli azzurri
116 presenze da quel momento con il Liverpool per Diaz, che indossa la fascia di capitano anche nel proprio club. A marzo 2022 è arrivata anche la prima convocazione in nazionale maggiore per mano di Diego Alonso che lo aveva incluso anche nella lista dei 55 preconvocati per Qatar 2022. Figlio di operaio edile e di donna delle pulizie, cresciuto insieme ai 2 fratelli Maximiliano e Alexis, Fabricio è ottimo nel recupero del pallone e abile nella costruzione del gioco. Il numero 5 della Celeste ascolta i consigli dell’ex Bologna, Diego Pérez che è il vice del ct Marcelo Broli, ed è in possesso del passaporto italiano grazie alle origini del Bel Paese da parte degli antenati di mamma Veronica. Domenica 11 allo stadio Diego Maradona di La Plata, proprio contro gli azzurrini cercherà di coronarsi campione per alzare un trofeo in Argentina a distanza di 12 anni, come aveva fatto Lugano nella Copa America 2011.