Felipe Melo, ex centrocampista di Fiorentina, Juventus ed Inter, si è raccontato durante una diretta Instagram con l’ex compagno di squadra Sebastian Frey.
TURCHIA E FIRENZE – «In Turchia c’è un’atmosfera totalmente diversa rispetto all’Italia. Ma anche le strutture sono diverse. Luciano Zauri? Lui è un gran terzino! A Firenze abbiamo fatto tante cose belle. Tanta roba. I tifosi fiorentini sono diversi dagli altri. Urlano, sono caldi. Mi è rimasta sempre nel cuore Firenze. Purtroppo sono rimasto solo un anno. Corvino mi disse: o te ne vai o devi pagare una multa. Il calcio è così. Avevamo un grande gruppo, tutte le settimane andavamo a cena insieme. Era veramente bello».
FIORENTINA-CAGLIARI – «Ricordo che uno aprì la faccia a Gilardino. Poi mi diceva “Tua figlia è pu***na”. Io gli dissi: “Va bene, parliamo dopo”. E mi rispose: “Ok ti aspetto”. Fu un errore. E a Firenze al ritorno non mi guardava neanche in faccia. Io però gli andai a parlare solo perché aprì la faccia a Gila».
SQUADRA – «Prandelli era molto intelligente e ci allenava benissimo. Poi c’era il Loco Vargas, Montolivo dormiva in campo ma aveva una qualità pazzesca, avevamo Frey, Gila che segnava sempre, eravamo una bellissima squadra».
FUTURO – «Ho un anno e poi un altro qua, è difficile pensare dove finirò la mia carriera. Io voglio giocare fino a che il cervello non mi dice no. Fisicamente sto bene. Il giorno che mi sveglio senza voglia di giocare dirò basta».
CHIELLINI – «Quel ragazzo ha un problema con me. Giocando una volta abbiamo fatto un faccia a faccia e poi non abbiamo parlato più. Poi ha fatto questo libro. Mah, non ne voglio parlare. Ha sbagliato perché da un libro non si torna indietro. Non mi ha chiesto scusa ma non ci sono problemi, non credo debba farlo. Dopo questa cosa ho avuto 30mila followers su Instagram».
INTER – «Era un sogno da bambino giocarci. Purtroppo andai alla Juve prima. Una squadra che rispetto comunque. Per me vincere il derby con l’Inter è stato il massimo. Così come giocare nel Brasile è stato un sogno avverato».
CORONAVIRUS – «Dicono che adesso comincia il peggio. Io dico che la gente deve continuare a lavorare, altrimenti muore non per il virus ma per la fame. Anche per questo il libro di Chiellini mi ha fatto arrabbiare: ma come, ora che tanta gente muore di fame dobbiamo parlare di questo? Ora è il momento di pensare agli altri».
NUMERO 88 ALLA FIORENTINA – «Ho giocato spesso con il numero 8 in carriera. Mi piaceva quel numero ma non era libero, quindi ho messo due 8».
FIORENTINA – «Quando tornai con la Juve, com’è normale che sia mi fischiarono. Ma mi piaceva troppo Firenze e quando son tornato con mia moglie mi fermavano tutti. Fuori dal campo sono ancora nel cuore dei tifosi viola. Per me Firenze è indimenticabile: tutto quello che ho lo devo alla Fiorentina».