In occasione del Festival dello Sport, la Gazzetta ha messo a confronto i fratelli Inzaghi. Tra aneddoti e racconti famigliari, ne è venuta fuori una piacevole chiacchierata che ha toccato svariati temi.
SIMONE, ESEMPIO – «Pippo mi è stato accanto, insieme ai miei genitori. È stato un punto di riferimento, mi controllava sempre. Nel calcio è stato un vincente, ha messo insieme tutti i record possibili per un attaccante. A volte è stato poco celebrato, ha fatto due gol in finale di Champions League. Anche nei momenti difficili si è sempre rialzato, da calciatore e allenatore».
FILIPPO, AMARCORD– «Abbiamo giocato spesso da avversari, ma insieme in nazionale. Il calcio ci ha dato tanto, siamo stati davvero fortunati».
SIMONE, MARSIGLIA – «Ogni tanto ricordavo a Pippo i miei 4 gol in Champions. Lui ci è andato vicino, in una partita contro il Deportivo La Coruña è arrivato a 3 e ha avuto la palla per fare il quarto. Mi avesse eguagliato, non sarei stato geloso».
FILIPPO, NAZIONALE – «Se tornassi indietro, vorrei giocare di più in nazionale con lui. È stata una cosa fugace, durata solo pochi minuti, ma va bene così».
SIMONE, RITIRO – «Prima del nostro esordio in nazionale, in ritiro, ho chiesto la stanza e dalla reception mi hanno detto che ci aveva già pensato Pippo. Voleva controllarmi anche quella volta».
FILIPPO, GOL MONDIALE 2006 – «In alcuni momenti un attaccante pensa a far gol. Forse a Simone l’avrei passata, però quella volta non guardai neanche Barone».
SIMONE, SCUDETTO LAZIO – «Ho chiamato io Pippo, che era a Perugia. Solo i miei genitori erano felici fin dalla mattina, perché sapevano che uno dei due sarebbe diventato campione d’Italia. È stata una giornata stupenda per me».
SIMONE, PAUSA COVID – «Non so se avremmo vinto lo scudetto, però eravamo in ascesa e la pausa del campionato ci ha penalizzato. Ce la saremmo giocata fino alla fine».
FILIPPO, CONFRONTO – «Quando ci incontreremo in Benevento – Lazio sarà speciale. A Bologna quando Simone ha vinto 2-0 si sentiva quasi in imbarazzo, sembrava avesse perso».
FILIPPO, FUTURO SIMONE – «Il mio sogno che lui faccia il Ferguson della Lazio. A Roma è amatissimo, perfettamente inserito nell’ambiente. Per la Lazio sarebbe davvero un problema sostituirlo».
SIMONE, FUTURO – «Io alla Lazio sta benissimo, sono contento del lavoro fatto con i ragazzi. Siamo riusciti a centrare un obiettivo storico come la Champions. I miei giocatori mi stanno seguendo e i risultati si vedono».
FILIPPO, LITIGIO – «Abbiamo litigato davvero poche volte. Mio padre non ha mai dovuto alzare la voce con noi. Siamo cresciuti nell’amore e quando si vive in questo contesto è difficile non volersi bene e non stimarsi».
ENTRAMBI, IDOLO – «Ci ispiravamo a Van Basten, Paolo Rossi e Altobelli».
SIMONE, INFORTUNI – «Avevo un problema alla schiena. A 15 anni sono andato da uno specialista che mi disse che dai 25 anni in su avrei potuto incappare in una serie di infortuni, e così purtroppo è stato. Prima di andare alla Lazio, mi ha scartato il Milan perché non si fidava della mia schiena».