La Serie A si appresta a ripartire e Gabriele Gravina, presidente della FIGC intervistato stamani da Il Romanista, ha affermato: «Ho vissuto un conflitto interiore nei drammatici momenti del virus, ma lì bisognava capire se dovevamo compromettere il nostro movimento in maniera definitiva. Il calcio non è solo un gioco, è una dimensione economica enorme che richiede responsabilità. Capisco i tifosi, ma non si può aspettare il vaccino. Non volevamo farci prendere per degli ‘scemi’».
LE PORTE CHIUSE – «È una tristezza unic ma è una tappa di avvicinamento per riconsegnare il calcio vero ai tifosi. Bisogna ripartire convivendo in qualche modo con il virus, non si può aspettare il vaccino. Ci sono 100mila personeche lavorano nel settore. A livello internazionale stanno ripartendo tutti».
L’ALGORITMO – «Forse non sono stato bravo a far capire l’algoritmo. Quello porterebbe alla classifica ponderata, quello degli inglesi che sono arrivati dopo e ora tutti dicono che è il loro modello. Non ci sarebbe alcuna discrezionalità”.