“È tutto sinistro”, chissà quante volte lo avrà sentito Filippo Falco nella sua carriera. Gli allenatori avversari davano questo tipo di indicazione ai loro difensori, nella speranza che questo potesse aiutarli a fermare quel ragazzino con la maglia numero dieci, capace di inventare giocate di alta scuola già da piccolissimo. Filippo è cresciuto a pane e pallone, dribblando qualsiasi cosa si presentasse sulla sua strada.
Taranto, Bari e Lecce: la Puglia nel destino
L’attaccante classe ’92 nasce a Pulsano, un piccolo paese della provincia di Taranto. Nel 2008 viene prelevato dal Bari, ma la sua esperienza in biancorosso dura solo un anno, a causa di alcune incomprensioni con la dirigenza. Il Lecce, però, dimostra di credere nel ragazzo, inserendolo nel proprio settore giovanile. Con i giallorossi Falco esordisce il 24 novembre 2010, nella sfida di Coppa Italia con l’Udinese.
Pavia, la prima volta lontano da casa
Nell’agosto del 2011 il ragazzo pugliese si trasferisce a Pavia. In Lombardia conosce il calcio professionistico da protagonista e le difficoltà di una categoria complicata, soprattutto per un giovane abituato a cercare sempre la giocata di qualità. Alla fine saranno 29 le presenze in campionato, con 8 reti all’attivo e diversi assist di pregevole fattura. Benito Carbone, suo allenatore in quella stagione, ne esaltava spesso la spensieratezza, indicandolo come: «Un ragazzo capace ancora di divertirsi con il pallone tra i piedi, dote sempre più rara nel mondo del calcio».
Ritorno a Lecce e poi via nuovamente in prestito
Dopo la prima avventura lontano da casa, Filippo Falco torna a Lecce, con la squadra nella quale è cresciuto retrocessa in Lega Pro a causa delle note vicende relative al calcioscommesse. Franco Lerda, appena sedutosi sulla panchina giallorossa, dimostra di puntare sul ragazzo, schierandolo con continuità. Quel Lecce parte forte, racimola tanti punti di vantaggio, ma poi si sgretola nel girone di ritorno, lasciando la vetta della classifica al Trapani e perdendo anche la finale play off contro il Carpi. L’attuale numero 10 della truppa di Liverani è ancora troppo acerbo per poter caricarsi sulle spalle la squadra, soprattutto in una piazza complicata ed abituata ad altre categorie come quella leccese. Le 27 presenze ed i 2 goal non bastano per guadagnarsi la riconferma e l’anno successivo inizia il valzer dei prestiti in giro per l’Italia, alla ricerca della piazza giusta che potesse esaltarne le caratteristiche. Reggina, Juve Stabia e poi Trapani: sono queste le tappe che compie il folletto pugliese. Con i granata siciliani, in realtà, si esalta in cadetteria, giocando ben 34 gare, condite da 2 marcature.
Bologna e la Serie A
Dopo la buona stagione in Sicilia, i salentini decidono di effettuare il contro riscatto e di riportarlo a casa. Filippo, però, non ha nessuna intenzione di scendere nuovamente di categoria ed, alla vigilia della sfida di Coppa Italia contro il Catanzaro, abbandona il ritiro del Lecce senza alcun preavviso. Il rapporto con la piazza ormai si è incrinato, ragion per cui Falco lascia ancora il Salento, questa volta direzione Bologna.
I felsinei, infatti, sono rimasti impressionati dalle sue qualità e decidono di prelevarlo in prestito con obbligo di riscatto per una cifra vicina al milione di euro. In rossoblu esordisce in Serie A, nel match interno perso contro il Sassuolo, ma non incide ed a Gennaio cambia nuovamente maglia.
Cesena, Benevento, Perugia e Pescara
Le stagioni passate in cadetteria sono diverse l’una dall’altra. Con il Cesena Falco ha avuto un ottimo impatto, segnando 4 goal in 12 gettoni ed incidendo sul campionato dei romagnoli. Quello di Benevento, poi, sembra l’anno della consacrazione, con partite sempre sopra la media ed una finalmente ritrovata capacità realizzativa. Perugia e Pescara, invece, rappresentano due parentesi negative per Filippo. La stagione 2017/2018, infatti, è senza dubbio la peggiore della sua carriera, vissuta in prestito tra i biancorossi ed i delfini abruzzesi, con soli 16 match all’attivo.
Lecce, il ritorno e la Serie A ritrovata
Come nelle favole, però, anche per Falco è accaduto qualcosa di magico e inaspettato. Il Lecce, il suo Lecce, la squadra per la quale ha sempre fatto il tifo, è tornato in Serie B ed è alla ricerca di un giocatore con le sue caratteristiche. La trattativa è lampo, il ragazzo di Pulsano non vuole sapere altro, gli basta tornare a casa e riprendersi, con i suoi colori addosso, quello che troppo spesso gli è sfuggito di mano.
La stagione parte bene e termina ancora meglio, con la conquista della Serie A, grazie anche alle sue prestazioni ed ai suoi goal. Filippo è ormai maturo, ha personalità e talento e non ha nessuna intenzione di perdere di nuovo quel treno che porta dritto alla massima serie.
Adesso, nonostante un infortunio che lo ha costretto ai box per circa un mese, il numero 10 ha saputo farsi apprezzare anche in Serie A. Il primo gol in campionato, segnato direttamente su punizione nel match interno contro il Sassuolo, rappresenta la ciliegina sulla torta di un inizio di campionato superlativo.
Sogno azzurro e salvezza
Filippo Falco non si pone limiti e sogna anche la nazionale: «E’ il mio sogno, sin da bambino ho pensato all’emozione che può regalare una convocazione in azzurro. A 27 anni è giusto che mi prefigga l’obiettivo più prestigioso. Non è mai troppo tardi. Toni e Grosso sono arrivati in azzurro a una certa età e poi hanno anche vinto il Mondiale».
Il Lecce si aggrappa al suo talento per provare a salvarsi in Serie A. Il rapporto con la piazza si è ricucito, grazie anche all’impegno e la voglia che Filippo mette sempre in campo. “È tutto sinistro”, dicevano. Si, ma che sinistro.