Questa è la sua stagione. Quella delle attenzioni mediatiche, quella in cui dimostrare che sì, è pronto per il grande salto. Le fasi intermedie sono state la fortuna nella breve carriera di Filippo Ranocchia, protagonista con il Vicenza in Serie B. Leader tecnico alla prima, vera stagione nel campionato cadetto. Lo abbiamo intervistato per capire a che punto sente di essere nel percorso verso la gloria. Lui, che con i giusti passi si sta consacrando come uno dei migliori giocatori del campionato.
«Dal punto di vista personale sto giocando con continuità, anche se sono fuori da qualche settimana. Punto al rientro. La stagione nella Juventus Under-23 è stata fondamentale per avere la sicurezza con cui mi sto affermando in B», perché sono stati proprio i bianconeri a scovarlo nel Perugia, dove Alessandro Nesta lo aveva fatto esordire tra i grandi. Una pagina, quella con la squadra della propria città, che lo ha lanciato. «Ho fatto un anno intero nel gruppo di Nesta. La definirei la stagione della svolta dal punto di vista calcistico, a livello persona. Il mister e lo staff mi hanno dato tantissimi consigli e, nonostante abbia giocato poco, mi hanno sempre trattato come un calciatore normale, al pari degli altri. Ancora oggi mi porto dentro i loro insegnamenti».
Uno scalino alla volta
Dalla Serie B alla Serie C, quando la Juventus ha scelto di investire su di lui nel 2019. A 18 anni, catapultato in un nuovo mondo: «Le seconde squadre rappresentano un’esperienza veramente utile. Passare dalla Primavera a un altro club è più difficile che fare un campionato come con una formazione U-23. Soprattutto perché in quell’anno puoi giocare partite vere e con regolarità, a volte quando si va in prestito c’è il pericolo di non trovare continuità e giusto spazio».
Un’esperienza, in C, «che definirei molto più che utile». Quella di Perugia è stata «un’esperienza formativa, mentre alla Juventus ho iniziato a capire cosa fosse realmente questo mondo». In bianconero il grande salto: «Trovi strutture top e un’organizzazione mai vista prima. Entri in un contesto completamente diverso. Hai tutto a disposizione per crescere e migliorare, sei messi nelle condizioni di farlo».
E ti alleni con i campioni: «Ricordo il primo allenamento. Era l’anno di Sarri e la Prima Squadra aveva appena giocato, così aggregarono alcuni giovani. Escluso Ronaldo, sarebbe ovvio citarlo, sono rimasto colpito da Pjanić e Higuaín, due forze della natura. Fenomenali. Qualitativamente mi hanno stregato». Il giorno prima, quei calciatori li aveva visti da spettatore allo stadio. Impossibile, poi, non osservare Chiellini: «È una persona tranquilla e disponibile con i giovani. Aiuta tutti i ragazzi che vanno ad allenarsi e giocare con la Prima Squadra. Un autentico punto di riferimento nello spogliatoio. Mi ha sempre ripetuto di allenarmi al massimo e mostrare la maggior disponibilità possibile all’allenatore e ai compagni, ascoltando sempre chi ha più esperienza».
La vittoria… prima di EURO2020
In pochi possono dire di aver battuto una Nazionale campione d’Europa. Ecco, Ranocchia sì. «Poco prima dell’Europeo c’era il raduno dell’Italia Under-20, e io ero convocato. Nel programma venne inserita un’amichevole contro la formazione di Mancini, che stava per iniziare il torneo. Forse non tutti lo sanno, ma… amichevole a porte chiuse e… abbiamo vinto 1-0! Possiamo dire di essere stati di buon auspicio. Un’esperienza bellissima e inaspettata, dato che la stagione era già finita. Bellissimo vedere da vicino chi un mese dopo ha vinto l’Europeo».
Adesso in tanti parlano di lui, mentre si rilassa tra serie tv e libri. Sport? «Solo calcio, e viaggio quando ci sono le lunghe pause». Le responsabilità sono sempre maggiori: «Mi piacciono, non mi creano peso e sono contento così. Sto aspettando di implementare i gol: sono fermo a zero. Spero arrivino presto, ma sento che sto migliorando. La stagione per il Vicenza non è iniziata nel migliore dei modi, ma stiamo dando tutto per la salvezza». Un altro talento che aspettiamo in Serie A.