Il neo-acquisto della Fiorentina, Sofyan Amrabat, ha parlato ai canali ufficiali del club nella classica conferenza stampa di presentazione. Queste le sue risposte.
Sul primo impatto con il nuovo ambiente: «Sono veramente felice di essere qui. E’ un grande onore. Sono un giocatore che segue le sensazioni e ho scelto col cuore. Ho parlato con tutti i dirigenti dopo la partita contro l’Hellas, mi hanno voluto fortemente. Ho parlato con altri 5 club italiani ma con la Fiorentina ho avuto subito un grande feeling. Non ho scelto il club più importante sulla carta che mi ha cercato, ho scelto il progetto e gli obiettivi. Potremo fare tante cose importanti insieme».
Sul suo ruolo: «Io posso giocare sia regista che mezzala. Deciderà il mister. In questo momento mi sto allenando di più come regista davanti alla difesa e credo che sarà il ruolo che coprirò visto il nostro modulo».
Sui pochi goal: «Come giocatore sono uno che vuole imparare a fare tutto, anche segnare di più. La cosa più importante però è vincere insieme alla squadra. Tutti i calciatori vorrebbero segnare ma non è la mia priorità. Anche a Verona giocavo lontano dall’area ed è più dura segnare in quella posizione. Vedremo cosa deciderà il mister alla Fiorentina. Se giocherà da regista, non sarà la mia priorità, se giocherò da interno magari segnerò di più. Io voglio vincere con tutta la squadra e tutte le partite che giochiamo. Ovviamente non vedo l’ora di segnare davanti ai tifosi, che spero tornino presto».
Sull’idolo: «Non ho un vero e proprio idolo. Sono sempre stato un tifoso di mio fratello che è più grande e che potrebbe fare bene qua. Io ho sempre seguito Zidane, Messi, Maradona. Sono un amante del bel calcio e chi lo ama, segue questi calciatori».
Sulla scelta del numero: «Il numero 34. Ho scelto questo numero per Nouri dell’Ajax. E’ ancora vivo ma non può vivere come lui. Io ho scelto questo numero per lui e vorrei mantenerlo il più a lungo possibile, fino alla fine della mia carriera».
Sulla passata stagione: «Il nostro segreto era semplice: lavorare tutti i giorni e in modo molto duro. Juric è un allenatore che punta molto sulla condizione fisica. Effettivamente avevamo raggiunto un grande livello atletico. Lo vedevamo anche in campo. Questo è molto importante nel calcio di oggi: reggere 90 minuti. Eravamo molto squadra, anche senza grandi calciatori. Quando una squadra gioca unita è più forte dei singoli. Io credo che se il campionato non si fosse fermato, avremmo potuto fare meglio giocando una partita a settimana. Giocando ogni tre giorni ci ha danneggiato perché non avevamo una rosa numerosa per rifiatare e gestire i 90 minuti al massimo».
Sulla squalifica che lo farà saltare la prima giornata: «Prima di tutto voglio scusarmi con i tifosi della Fiorentina perché sarò costretto a saltare la prima gara in viola. Non penso che fosse un fallo da rosso, massimo da giallo, ma sono stato comunque espulso. Capita in tante partite. L’arbitro ha deciso così, non posso farci niente. Spero che la squadra vinca senza di me e prometto che dalla seconda partita sarò in campo per dare il massimo e per vincere».
Sulle prime richieste di Iachini: «Sicuramente che di non prendere cartellini rossi. Ho una mentalità vincente e che vuole spiccare. Nell’occasione del cartellino, cercavo di dare il massimo per dimostrare gratitudine nella mia ultima partita. Ero insoddisfatto del risultato ed ho reagito in quel modo. Commisso mi ha onorato dicendo di avermi voluto direttamente. Mi ha scelto direttamente e questo mi riempie di orgoglio e mi spinge a dimostrare a squadra e tifosi quello che posso fare, anche meglio della scorsa stagione. Possiamo fare molto meglio rispetto all’anno scorso. Ho sentito il mister al telefono quando ho firmato e mi ha detto che voleva lavorare con me. Gli ho promesso di essere lo stesso del Verona e lui mi ha detto che confida molto in me. E’ importante avere la fiducia del tecnico oltre che della dirigenza. Anche Barone e Pradè hanno fatto un grande lavoro mostrandomi i loro progetti: dopo un incontro solo avevo già deciso di diventare un giocatore della Fiorentina».
Sugli obiettivi: «Ovviamente il sogno è vincere la Champions. Non guardo troppo avanti però, ora guardo solo alla Fiorentina. Mi piacerebbe vincere qui a Firenze. Adesso mi impegno a fondo e lavoro duramente per imparare e raggiungere quello che è il mio massimo livello. Poi a fine carriera vedremo quali saranno i miei successi».
Sull’impatto con il nuovo ambiente: «Sono solo tre settimane qui e me le sono godute. Tutti mi hanno accolto a braccia aperte e mi hanno fatto sentire a casa. Iachini è una brava ragazza ed è un mister forte da un punto di vista tattico. E’ un buon gruppo con tanta qualità. Se riusciamo a fare gruppo possiamo lottare per raggiungere bei traguardi. Ogni allenatore ha il proprio stile e i propri metodi. Credo che sia un bene avere l’occasione di imparare diversi modi di vedere il calcio. Io sono qua per imparare. Sono due settimane che lavoro con Iachini e mi ha ben impressionato il suo modo di lavorare».