Fiorentina, Borja Valero: «La squadra non dimostra sul campo quanto vale. Dopo il ritiro? Resto a Firenze»

by Redazione Cronache

Borja Valero, centrocampista della Fiorentina, ha rilasciato una lunga intervista a Fanpage.it, nella quale si è raccontato, soffermandosi sulla sua seconda esperienza in Toscana.

SECONDA VOLTA A FIRENZE – «Sono molto contento di essere tornato a quella che è stata casa mia per diverso tempo. Avevo diverse offerte, e questa cosa mi ha fatto felice in un momento molto particolare come quello che stiamo vivendo. Ma quando è arrivata quella da Firenze non ho avuto dubbi e subito abbiamo deciso di tornare qui».

STAGIONE – «Purtroppo le cose non stanno andando nel modo sperato. Sul campo la squadra non dimostra quello che vale ‘sulla carta’ e quindi questo non conta. Non abbiamo avuto molto tempo di lavorare all’inizio dell’anno e anche  con il cambio di allenatore la situazione, che porta nuove idee, si è verificato lo stesso. Dobbiamo e possiamo fare di più per una piazza come Firenze».

BILANCIO ALL’INTER – «Il bilancio è assolutamente positivo. Dopo 5 anni a Firenze ho provato un’altra esperienza con un top club  e devo dire che sono molto soddisfatto per quello che ho fatto, soprattutto per quello che è successo all’inizio dello scorso anno. Ero quasi ai margini e poi sono stato impiegato in molte partite importanti. È stato un grande orgoglio per me e mi ha fatto capire, ancora una volta, che lavorando bene si ottiene tutto».

IDOLI GUTI E REDONDO – «Sono due calciatori diversi ma Guti ha fatto la mia stessa trafila nelle giovanili del Real e poi si è affermato ai massimi livelli come un calciatore di ‘categoria’ sia in Spagna che a livello europeo. Fernando Redondo perché lo guardavo mentre faceva girare il Madrid in maniera perfetta, un giocatore fortissimo».

NAZIONALE SPAGNOLA – «Sicuramente mi dispiace non essere stato preso in considerazione molte volte, ma sono capitato in uno dei periodi storici più importanti della mia nazionale. Era davvero difficile trovare spazio in una squadra così forte».

CALCIO ITALIANO – «Credo che il campionato sia cresciuto molto, negli ultimi anni gli allenatori hanno iniziato a studiare anche cose nuove e sono rimaste davvero poche cose del calcio anni ’80-’90. Il livello è buono e può crescere ancora».

SITUAZIONE POLITICA – «Chiaramente non posso parlare per la situazione che vivete in Italia ma di quella spagnola sì. La memoria va coltivata e la storia va studiata per evitare di commettere gli errori che sono già stati fatti in passato».

LOCKDOWN – «Era una situazione di incertezza per tutti, non sapevamo nulla di ciò che stesse accadendo intorno a noi e quali misure prendere per evitare problemi più gravi. Il dibattito prima della sospensione non è stato positivo né per noi né per chi segue il calcio. So bene che si tratta di un’industria importante ma in quel momento nessuno sapeva cosa stesse accadendo. Dopo sono stati studiati protocolli e delle regole ben precise ma all’inizio sembrava che noi calciatori vivessimo in un mondo parallelo, quasi non fossimo persone normali. A tratti sembrava un film di fantascienza».

SCUDETTO – «Mai come quest’anno è davvero aperta e le squadre sono tutte vicine. Non è facile dire un nome perché manca un intero girone ma sarà una lotta dura fino alla fine».

DOPO IL RITIRO – «Abbiamo già deciso e resteremo a Firenze a vivere. Non poteva essere altrimenti dopo tutti questi anni».