Fiorentina, Chiesa: «Mercato? Penso alla salvezza. Vi racconto Ribery»

by Redazione Cronache
chiesa

Federico Chiesa, attaccante della Fiorentina, ha parlato al Corriere dello Sport a cominciare dal suo futuro: «Con il presidente, con Giuseppe Barone e Pradè nell’ultimo anno abbiamo parlato tantissimo, il presente è l’unico tempo sul quale sono concentrato. Io penso al lavoro di tutti i giorni, agli obiettivi immediati, il principale è la salvezza. Speriamo di tornare tutti a giocare, il resto verrà».

MARGINI DI CRESCITA – «Il mio obiettivo è il miglioramento generale, non solo quello tecnico, devo completarmi e sono il primo a rendermene conto. Sousa, che mi ha lanciato, ma anche Pioli, mi ripetevano spesso che il calcio si gioca prima di tutto con la testa. Io, per indole, sono portato a non amministrare le energie, ho una generosità che tante volte compromette la prestazione, talvolta manco di lucidità sotto porta. Devo migliorare e migliorare e ancora migliorare, trovare con più regolarità il gol, se voglio avvicinare mio padre che in Serie A ne ha segnati 138».

RUOLO – «Le posizioni le ho coperte tutte. Sousa mi faceva giocare da quinto di centrocampo. Pioli da quinto ala alta. Montella mi ha impiegato anche nei due davanti, per Iachini sono un attaccante di destra»

EUROPEO – «Lo spostamento può essere una cosa buona per chi, come me e Nicolò (Zaniolo), avrà la possibilità di sfruttare un altro anno e crescere sul piano dell’esperienza».

RIBERY – «L’acquisto più importante della stagione. Vederlo in allenamento, seguire i suoi tempi, avvertire la sua presenza in partita, tutte cose importantissime. Lui è un grande professionista e un leader e ha una tecnica pazzesca. Ci aiuta a crescere, il suo infortunio ci ha complicato notevolmente la vita, visto che avevamo trovato un assetto efficace».

CORONAVIRUS – «La squadra è consapevole del momento, ma ha grande fiducia nello staff medico, sa di essere seguita con tutte le attenzioni e vuole riprendere a lavorare. Sento spesso il dottor Pengue, una mente brillantissima. Lui ci rassicura. La notizia delle nuove positività non ci ha turbati».

QUARANTENA – «Non sono mai stato fermo per due mesi e la cosa mi pesa. Anche se ho lavorato parecchio, siamo professionisti. Ci siamo allenati costantemente seguendo il protocollo che trasmetteva ogni giorno Iachini».

IACHINI – «Venivo da mesi difficili, non avevo svolto la preparazione che serve al mio fisico. Due settimane dopo la fine dell’Europeo Under 21 ero già in America con la squadra. Quando è arrivato Iachini stavo recuperando dall’infortunio alla caviglia e invece di partire per le Maldive, dove avevo programmato una breve vacanza, ho svolto una preparazione personalizzata, le indicazioni me le dava il suo staff. Quindici giorni che mi hanno rimesso in condizione, il sorriso è tornato di conseguenza».

FIGLIO D’ARTE – «Tanti dicono che avere un padre che ha fatto il tuo stesso mestiere e perdipiù alla grande sia un peso. Per me è un vantaggio, un enorme vantaggio. Il rigore, l’attitudine al sacrificio e l’educazione che mi hanno impartito lui e mia madre mi danno una forza incredibile. Mio padre non è mai entrato nelle cose del campo, ma mi ha sempre aiutato nei momenti difficili, anche lui perché ne ha vissuti tanti».