Fiorentina, Commisso: «I miei momenti belli e brutti in viola. Vorrei avere un Antognoni»

by Redazione Cronache

Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso è tornato a parlare al media ViolaNation.com. Questo quanto detto dal proprietario gigliato dagli Stati Uniti.

I MOMENTI PREFERITI – «Ho più di un momento preferito da quando sono arrivato a Firenze. Dal benvenuto all’interno del Franchi, alla prima partita quando abbiamo perso senza lamentarci degli errori arbitrali. Poi abbiamo perso a Genova e quindi abbiamo dominato la Juventus in casa. Un altro grande momento, anche se non ero in Italia, è stato la vittoria di Milano con la standing ovation per Ribery. Ricordo molto bene la prima vittoria in casa davanti a me, con la SPAL, e quella con l’Atalanta in Coppa Italia. Ricordo anche la promessa fatta ad un bambino all’ospedale, gli ho detto che Chiesa non sarebbe andato via, e ho mantenuto la promessa. Un momento negativo è stato l’esonero di Montella, del quale non sono stato felice ma serviva una svolta. Poi siamo stati colpiti dal virus in un momento in cui stavamo facendo bene, soprattutto a livello gestionale, con il mercato condotto sia per il presente sia per il futuro, con i lavori per il Centro Sportivo che procederanno e finiranno entro la fine del 2021, consegnandoci una casa meravigliosa».

LE POLEMICHE DOPO LA SCONFITTA CON LA JUVENTUS – «Siamo stati multati, ma è stata la reazione a tutto quel che avevamo subito in mesi di silenzio. Pezzella a Verona era stato colpito e il giocatore che lo aveva fatto (Di Carmine, ndr) non è stato punito e poi ha segnato il gol decisivo. Poi Chiesa e Ribery sono stati maltrattati lungo il corso della stagione. Il secondo rigore di Torino non ci stava: la Juventus non ha bisogno di aiuti e quindi mi sono fatto sentire. Non vengo in Italia per permettere che ci trattino peggio di altri, né meglio. Voglio parità di trattamento. Un po’ come quando ero capitano in campo, ho voluto difendere la mia squadra».

LO STADIO – «Ci siamo impegnati a capire cosa rende un club di successo, e se si guarda ai top 20 in Europa, una gran parte della loro crescita è partita con la costruzione di un nuovo impianto. La Fiorentina negli ultimi anni è arretrata invece che avanzare. Se si generano più introiti si possono comprare migliori giocatori, senza si va da poche parti. Il sistema delle leggi in Italia non permette facilmente di investire, si devono fare i conti con i monumenti e con la burocrazia, e anche se si promette di portare benefici alla città gli aiuti stentano ad arrivare. Vorremmo costruire lo stadio a Firenze, ma possiamo fare come le società di football americano, che costruiscono gli stadi all’esterno, nelle aree metropolitane. Voglio investire, e lo voglio fare velocemente e con tutto sotto controllo. Ad agosto abbiamo avuto la Coppa Italia al Franchi, con Barone ci dicevamo che dovevamo chiuderlo, non si poteva giocare in un campo del genere, bisognava renderlo presentabile per giocare in casa, ma erano tutti in vacanza… Stiamo cercando di parlare con la Sovrintendenza per cercare di allentare la presa su alcune regole: lo stadio non si deve guardare, si deve vivere: il Franchi ha del potenziale, ma devono lasciarmelo sfruttare come dico io. Ci vuole cooperazione sette giorni su sette, non una volta ogni due settimane».

IL MERCHANDISING – «Sono felice di espandere la famiglia viola in altre nazioni, soprattutto ad Oriente. Queste cose vanno promosse nel tempo, ma intanto ringrazio tutti coloro che sono diventati tifosi viola negli ultimi tempi, il supporto dei fan è fondamentale. Io parlo molto, lo faccio per il bene della Fiorentina, del calcio, del business, e mi piace rispettare tutti i mezzi di comunicazione. Penso che Barone stia facendo un lavoro straordinario in Italia».

LA PROSSIMA STAGIONE – «Potrei sbagliarmi, ma non verrà considerata per il fair play finanziario: ci saranno rivalutazioni, molti club stanno perdendo introiti e stanno valutando di rivedere i salari. Se i ristoranti chiudono, non comprano la materia prima per produrre cibo. E questa è la nostra linea di pensiero. Sopravviviamo, posso perdere 10/20 milioni e iscrivere la squadra l’anno prossimo, non so quanto aiuto potremo ricevere dal Governo. Ma bisogna venirne fuori con le nostre forze. Anche i miei giocatori hanno subito un deprezzamento, come tutti gli altri. Nessuno è certo di cosa succederà, potremmo perdere un giocatore come Chiesa, ancora non si sa se vorrà andarsene e vogliamo, nel caso, che porti il giusto guadagno, ma potrebbero arrivarne altri. Serve aspettare».

I GIOVANI VIOLA – «La Fiorentina è un punto di arrivo, non di partenza per andare in squadre più forti. Avere una bandiera, un giocatore come è stato Antognoni, mi renderebbe l’uomo più felice del mondo. La crescita del nostro portiere, Dragowski, lo ha portato ad essere uno dei migliori del campionato. Guardate Chiesa, Castrovilli, Lirola, Milenkovic, lo stesso Sottil che non ha avuto molto spazio ma spero possa mostrare le sue grandi qualità in futuro. Vlahovic e gli altri possono diventare superstar qui alla Fiorentina, e sentire che vorrebbero diventare bandiere mi fa davvero felice».