Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di ESPN.
CHIAMATEMI ROCCO – «Quando sono arrivato a Firenze ho detto di chiamarmi Rocco, perché i miei dipendenti mi chiamano così. Abbiamo speso 170 milioni per acquistare la Fiorentina e 70 per il Centro Sportivo, il primo in Italia che accoglierà tutte le squadre. Inoltre, sono stati spesi altri 70 milioni nel mercato invernale per portare la squadra al livello che le dovrebbe competere: in totale sono 300 milioni».
ASPIRAZIONE – «Voglio rendere felici i tifosi della Fiorentina e voglio che questa felicità sia reciproca e che porti anche dei trofei. E’ il mio sogno e il mio obiettivo fare del club viola il punto di arrivo per i giocatori. Chiesa è cresciuto a Firenze, ho promesso di tenerlo ed è rimasto. Spero che non voglia andarsene: ha radici in città e Iachini lo ha rivitalizzato. Abbiamo tanti giovani star come Dragowski, Castrovilli e Milenkovic: inoltre abbiamo preso Amrabat per completare il super centrocampo che ho intenzione di vedere nella prossima stagione. Voglio mantenere i migliori giocatori anche il prossimo anno».
VOTO – «Come giudica la Fiorentina 2019-20? Se il rendimento fosse stato quello del campionato precedente, sarebbe stato un fallimento. Questo è un anno di transizione, un posizionamento a metà classifica mi avrebbe soddisfatto. In autunno abbiamo fatto male e quindi si è deciso di cambiare allenatore e intervenire sul mercato. Siamo andati meglio, ma per adesso non sapremo come andrà a finire. La mia aspettativa per la prossima stagione è quella di vedere la Fiorentina nella parte sinistra della classifica».
FUTURO DELLA SERIE A – «Nessuno come evolverà la situazione a livello sanitario. Ad oggi dico che non si può ripartire prima del 20 maggio: mi domando come sia possibile fare così tante partite in un mese e mezzo. Nel business del pallone è importante giocare, e ora non si gioca. Ritengo sia necessario preservare il futuro del calcio: i club hanno diverse situazioni finanziarie e ci può essere bisogno di un aiuto da parte delle autorità o dagli stessi giocatori. La Serie A venti anni fa era al top, mentre adesso è dietro alla Premier League e alle altre maggiori leghe europee: mi chiedo il perché di questo».
FIORENTINA – «Dieci anni fa c’erano entrate maggiori di oggi: stiamo andando indietro. Giochiamo in uno stadio che è stato costruito negli anni ’30: dovrebbe stare in un museo e inoltre anche i trasporti non sono all’altezza. Non c’è l’opportunità di investire velocemente. Poiché il Franchi è considerato un monumento, è impossibile fare qualsiasi cosa. Mi auguro che l’effetto del Coronavirus faccia da stimolo per far aprire gli occhi sulla necessità di un cambiamento a livello burocratico, per favorire chi come me vuole investire».