C’è un filo che lega Fiorentina e Roma, le due deluse di questa parte di stagione che si affrontano stasera al Franchi: lo stadio di proprietà. Una questione però affrontata da due prospettive completamente diverse, come analizzato anche dalla Gazzetta dello Sport. Se il presidente viola Rocco Commisso è andato allo scontro con l’amministrazione comunale, i Friedkin, nuovi proprietari della Roma, anch’essi americani, hanno scelto un approccio più conciliante, abbandonando definitivamente il progetto di Tor di Valle, inviso al Campidoglio, per concentrarsi solo sulla creazione di un impianto senza centri commerciali intorno.
Il meeting
Come scritto sempre dalla Rosea, ieri Dan Friedkin ha incontrato il sindaco Virginia Raggi in Municipio. Alla riunione erano presenti anche i dirigenti Fienga e Scalera e il capo di gabinetto Castiglione. Il club giallorosso avrebbe ribadito l’intenzione di costruire uno stadio moderno, ecosostenibile e in linea con il design urbano. Un’idea piaciuta molto al primo cittadino, la cui disponibilità sarebbe stata apprezzata dalla società. Prima però bisognerà chiudere il nodo Tor di Valle, con la possibile azione legale di Eurnova, ex proponente del vecchio piano. Eppure sul tavolo ci sono già 18 aree disponibili per l’edificazione. Il programma di massima sarebbe già stato approvato: due anni per la progettazione e due per la costruzione, con apertura nel 2026.
Intesa difficile
Tutto diverso invece il clima fiorentino. A Bagno a Ripoli è stata posta la prima pietra del nuovo centro sportivo, ma sullo stadio l’iter sembra decisamente più lungo. Il Comune pare intenzionato a riqualificare l’attuale stadio, anche senza la certezza che ci possa essere un club ad utilizzarlo. Commisso vorrebbe un impianto nuovo, ma non c’è un area pronta. Tra un anno e mezzo si dovrà ridiscutere dell’affitto del Franchi e punti d’incontro per ora non se ne vedono.