La conferenza stampa per presentare il nuovo tecnico alla guida della Fiorentina inizia con le parole dello stesso Cesare Prandelli, che parla di come sia stato sorpreso dalle buone parole di tutti, cominciando da Beppe Iachini passando per Gio Barone, Rocco Commisso, Daniele Pradè, ma anche lo stesso Preziosi, presidente del Genoa.
RITORNO – «In questi 15 anni i miei pensieri sono sempre stati affollati dalla Fiorentina, dalla città e dai tifosi: abitando a Firenze ho spesso incontrato i tifosi, sentendone l’amore e l’affetto per la squadra. Per anni ho fatto l’abbonamento per venire a vedere la squadra, ho capito di dover seguire la città e l’umore di questa. Auguro di dare a tutti quello che si aspettano, non ho messo condizioni sul mio ritorno perché voglio mettermi al servizio della società, sia come allenatore che come tifoso».
APPARTENENZA – «A Firenze non è possibile non avere fame, ed è quello che vorrei insegnare ai miei giocatori. Dopo 5 anni di esperienza alla guida del club, una cosa l’ho capita, la voglio dire ed insegnare: la squadra, ogni volta che esce dal campo, deve aver sudato ed onorato la maglia. Conosco la tifoseria, ed essendo pretenziosa chiederò ai miei giocatori di fare lo stesso, di essere pretenziosi proprio come la gente che li guarda in ogni partita. Non dobbiamo sentirci secondi a nessuno, proprio come i fiorentini. Dobbiamo rispettare le potenzialità della pizza e della squadra».
DIRIGENZA – «Ho parlato con Rocco, Gio e Daniele: mi ha colpito subito la loro straordinaria umanità. Una sensibilità fuori dal comune che mi fa comprendere che, dal momento che sono stato accettato, non sarò mai solo. C’è voglia di mettersi in gioco e vorrei anche che ci fosse un sano litigio ed una sana discussione. Il presidente è lontano ma anche vicino, presente nell’incoraggiarci e nell’avere fiducia nel progetto. Con la dirigenza c’è subito stata empatia e desiderio di lavorare».
CAMPO – «Quello che vorrei creare con la squadra è un senso di empatia ed alchimia, non solo tra gli stessi reparti o giocatori, ma anche con la piazza e la fiorentinità. Dal punto di vista tecnico e tattico vorrei insegnare loro di abbracciare più sistemi di gioco, sentire e parlare con loro e vedere se sono disposti a sacrificarsi in base ai momenti della partita. Una squadra forte tecnicamente ma senza carattere non va da nessuna parte, così come una squadra audace ma senza tecnica. Dovremo trovare il giusto equilibrio in campo e fuori, con lo staff. Lavorare nel rispetto di tutti è quello che auguro di dare alla squadra e ala società».
PROGETTO – «Vorrei cercare di lavorare senza portare esuberanza, dal momento che entro in un momento delicato e non vorrei dare pressioni ulteriori ai giocatori. Questa squadra ha tutto per poter fare bene, e la parte sinistra della classifica non può essere il traguardo, ma l’inizio. Bisogna partire dal senso di appartenenza, per poi costruire il resto».