Risale a quarant’anni fa l’unico caso nella storia dei Mondiali di partita sospesa per… per cosa? Per un errore arbitrale? Per un fischio dalle gradinate? Per un colpo di sole? Per un colpo di testa di un dirigente sugli spalti? Nessuna di queste cose, oppure tutte queste cose insieme: ancora oggi risulta difficile decifrare la dinamica degli eventi andati in scena durante il secondo tempo di Francia-Kuwait, giocata allo stadio José Zorrilla di Valladolid il 21 giugno 1982.
Dopo la sconfitta nel primo match contro l’Inghilterra, Platini e compagni devono vincere a tutti i costi per avere ancora chances di qualificazione nel loro difficile gruppo che comprende anche la forte Cecoslovacchia, terza classificata agli Europei 1980, e la cenerentola Kuwait, che però nella prima partita ha strappato un clamoroso pareggio con i cecoslovacchi. Lo spogliatoio della Francia è inoltre scosso da sgradevoli questioni di gossip: è divenuta di dominio pubblico la relazione extra-coniugale tra Christelle e il mediano Jean-François Larios, con quest’ultimo che, dopo essere stato schierato contro gli inglesi, non vedrà più il campo fino a fine Mondiale.
Per fortuna l’avversario è morbido e tutto fila liscio. Platini, pungolato nell’orgoglio, gioca una partita da maestro assoluto: les bleus segnano tre gol, poi tengono fede alla loro tipica leggerezza e ne subiscono uno. A dieci minuti dalla fine Platini imbecca Alain Giresse con un delizioso mezzo esterno destro che taglia a metà la difesa kuwaitiana, nemmeno troppo desiderosa di fare bella figura. L’arbitro sovietico Stupar indica il centrocampo, ma l’attenzione dei presenti viene catturata dal folle gesticolare di un uomo in tribuna d’onore. Questi è Fahad Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah, presidente della Federazione kuwaitiana nonché membro del CIO. E che vuole? Il movimento del braccio destro sembra piuttosto eloquente: ma come, non vorrà mica ritirare la squadra? E perché? Al-Sabah guadagna ad ampie falcate il bordo campo, nello stupore dei francesi che devono anche ingoiare il rospo di una Guardia Civil che, inchinandosi alla legge del più forte, si apre come le acque del Mar Rosso per concedere allo sceicco un imbarazzante “pasillo”. Il ct francese Hidalgo, furibondo, cerca di avvicinarsi a captare cosa sta succedendo, ma viene respinto in malo modo dalla polizia, molto meno accondiscendente rispetto a pochi minuti prima.
Dopo qualche minuto di surreale conciliabolo viene appurato che Al-Sabah imputa la passività della difesa kuwaitiana sul gol del 4-1 a un fischio malandrino proveniente dagli spalti, che i suoi giocatori hanno scambiato per intervento arbitrale. Il gol va annullato! La richiesta è alquanto lunare, ma incredibilmente Stupar si piega al volere dello sceicco, riscontrando la blanda opposizione dei francesi che non vedono semplicemente l’ora che questa farsa sia finita. Il più arrabbiato di tutti è ovviamente Giresse, ancora non consapevole di essere appena entrato nella storia del calcio. A rendere la scena ancora più grottesca, un misterioso bagaglio a mano esibito da Al-Sabah durante il suo tragitto dagli spalti al campo, una specie di valigetta di Vincent Vega in “Pulp Fiction”: nessuno saprà mai cosa contiene. La pantomima dura sei minuti che sono tra i più mortificanti della storia della competizione e si concludono nel peggiore dei modi: per quieto vivere Stupar annulla il gol e decide di scodellare il pallone, avallando dunque la tesi del fischio inesistente. Questa disavventura non impedirà alla Francia di segnare poco più tardi il quarto gol con Bossis. Com’è facilmente prevedibile, sarà una delle ultime decisioni della carriera del signor Stupar, sulla cui nuca calerà la mannaia della FIFA poco contenta di essere stata sbeffeggiata in mondovisione. Il Kuwait perderà anche l’ultima partita contro gli inglesi e abbandonerà la competizione senza rimpianti di alcuno, senza farvi mai più ritorno nei quarant’anni successivi (a proposito, non è che la federazione del Qatar…?).
Post Scriptum 1: Fahad Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah morì il 2 agosto 1990, nelle prime ore dell’invasione irachena del Kuwait: secondo le fonti ufficiali, rimase ucciso nella battaglia del palazzo Dasman presso la residenza del fratellastro, il più avveduto emiro Jamir III nel frattempo fuggito all’estero, in Arabia Saudita, da dove avrebbe iniziato a organizzare una strenua resistenza ricevendo corposi aiuti dalle Nazioni Unite, USA in testa. Il corpo del povero Al-Sabah venne esposto su un carro armato e mostrato per le vie della capitale.
Post Scriptum 2: non tutti sanno che Michel Platini ha all’attivo non solo 72 presenze con la Nazionale francese, ma anche una con quella del Kuwait, al servizio della Federazione che gli cancellò un assist Mondiale. Accadde il 27 novembre 1988, la stessa domenica in cui un altro magnifico 10 anni Ottanta come Maradona segnò uno dei gol più iconici della carriera, un pallonetto di testa da fuori area contro il Milan. “Le Roi” si era ritirato ormai da un anno e mezzo ma accettò ben volentieri l’invito – presumibilmente molto ben pagato – dell’emiro a prender parte per una ventina di minuti a un’amichevole contro l’Unione Sovietica, evento organizzato a margine di un incontro bilaterale tra Kuwait e URSS agli sgoccioli della Guerra Fredda. Uscì al 21′ del primo tempo più annoiato che sudato, ritirò l’assegno e filò all’aeroporto.