Se dovessimo elencare tutti i gioielli delle rose della Francia Under 21 dagli anni Novanta a oggi faremmo notte. Molto più semplicemente basti pensare che le stelle della nazionale maggiore della Francia che negli anni ha raggiunto risultati clamorosi, sono ovviamente passate tutte da lì. La differenza sostanziale è che se la Francia ha raccolto tanto (due Mondiali e un Europeo in vent’anni, sfiorandone altrettanti), l’Under 21 ha vinto poco (‘solo’ un Europeo nel 1988 con Cantona) e convinto ancora meno. In ogni torneo si presentava come la favorita numero uno e poi in realtà arrivavano delusioni, in termini di risultati e gioco. Dopo sei anni di gestione di Sylvain Ripoll, adesso la Francia U-21 ha fatto una virata: con Thierry Henry in panchina si proverà a rivitalizzare un gruppo il cui potenziale è stato raramente espresso al suo massimo.
La Francia Under 21 in Serie A lotterebbe per un posto in Conference
Noi li chiamiamo ‘Azzurrini’, in Francia i ragazzi dell’Under 21 vengono chiamati ‘Espoirs‘: in francese, speranze. La rosa, per essere di categoria, ha un valore pazzesco: pensate che secondo i dati raccolti da transfermarkt la Francia Under 21 ha un valore pari a 269,45 milioni di euro. In Serie A ci sono solo sette squadre che hanno un valore più alto. Insomma, i ragazzini della Francia nel nostro campionato lotterebbero per la Conference League. Ora però, vi chiederete: chi sono? I gioielli puri, quelli da gestire con delicatezza per non bruciarli e consumarli troppo presto, sono Zaïre-Eemery (2006 che Luis Enrique sta lanciando anche nel PSG), Rayan Cherki (2003 del Lione), Lesley Ugochukwu (2004 del Chelsea, pagato 27 milioni di euro dal Chelsea), Elye Wahi (2003 del Lens) e Bradley Barcola (2003 che poche settimane fa il PSG ha portato via al Lione per 45 milioni di euro), per dirne alcuni. Ora, sofferiamoci su due dati.
Cifre folli
Intanto, la media età: la Francia Under 21 convocata da Henry ha un’età media di 19,8 anni. Quindi Under 21 di fatto, ma come si può notare sono ragazzi ancora più giovani. Poi, non dimentichiamoci di Camavinga: 20 anni e già nel giro della nazionale di Deschamps da anni, o di Mathys Tel, diciottenne che si sta facendo notare nel Bayern Monaco (e sarà il prossimo a essere chiamato). Altro dato interessante: i milioni che questi ragazzi hanno fatto girare, superiori al valore di mercato che transfermarkt gli attribuisce. Per esempio: Barcola, secondo il portale esperto in calciomercato, ha un valore di 18 milioni, ma il PSG lo ha preso per 45; Lukeba è valutato 25 milioni ma è stato comprato dal Lipsia per 30; l’attaccante Wahi, poche settimane fa, è stato pagato 35 milioni dal Lens, che lo ha preso dal Montpellier battendo la concorrenza del Chelsea (che lo avrebbe poi girato allo Strasburgo, suo nuovo club satellite) e sempre il Chelsea (oltre a Ugochukwu di cui abbiamo parlato), a gennaio aveva preso Malo Gusto dal Lione per 30 milioni. Fate voi il calcolo di quanti soldi abbiano già fatto girare questi ragazzini nel 2023. Nessuna squadra italiana, nell’ultimo mercato, si è potuta permettere spese superiori. I due acquisti più costosi sono stati Lindström e Pavard, pagati 30 milioni da Napoli e Inter.
Thierry Henry, nel segno di Pep
Dai singoli alla squadra. Adesso tocca a Thierry Henry. L’ex stella in campo è chiamato a risollevare un gruppo e a maneggiare con estrema cura un patrimonio. Obiettivi: la qualificazione agli Europei U-21 e vincere le Olimpiadi della prossima estate, in casa propria. Le prime due partite sono state un bello show: 4-1 alla prima contro la Danimarca, 4-0 la seconda contro la Slovenia. Nelle sue due precedenti esperienze da allenatore, Henry non aveva raccolto grossi risultati: la prima fu al Monaco, in un annata (2018/2019) già di per sé complicatissima, con il club che rischiò una clamorosa retrocessione. Subentrò a campionato in corsa e restò per venti partite prima di essere esonerato, con una media punti a partita di 0,95. La stagione successiva divenne allenatore del Montréal, ma anche in quel caso non riscosse troppo successo: 27 partite, 1,07 media punti a partita.
Perché Henry può essere davvero l’allenatore giusto per la Francia Under 21
Ora però è diverso. Henry può essere l’uomo giusto per i ragazzini dell’Under 21 francese. Da una parte, essendo una leggenda del calcio francese e internazionale, gode di grande ammirazione da parte dei suoi ragazzi. E poi lui sa bene come gestirli, umanamente e sportivamente, perché è stato il primo a passare di lì e a imparare come gestire il proprio talento e come crescere per arrivare al top. Con loro può mettere in pratica le conoscenze avute negli anni. Uno dei suoi massimi modelli è Pep Guardiola: Titì cita sempre il modo in cui Pep lo ‘rivitalizzò‘ come giocatore ai tempi del Barcellona, ossia toccando i tasti giusti e mettendolo nelle condizioni migliori per dare il massimo, come poi fece, nonostante non fosse più un ragazzino. Ecco, questo serve alla nazionale francese Under-21: essere rivitalizzata dopo decenni di poco raccolto nonostante un patrimonio pazzesco che ancora non si è mai visto. Per tutto il movimento calcistico francese, questa è la speranza. O per meglio dire: l’espoir.