Ventuno anni, una carriera da promesse del Portogallo e un futuro da stella del Barcellona – dopo un tentativo italiano, fallito, da parte dell’Atalanta. Il nome di Francisco Trincao avrà comunque modo di farsi conoscere.
Sfottò in allenamento
Ala duttile col fiuto del gol e con il tempismo dell’assist. Il classe 1999, calcisticamente esploso al servizio del Braga – in Portogallo -, da due anni a questa parte ha saputo dimostrare il meglio di sé nonostante il poco utilizzo da parte dell’allenatore Amorim – 22 partite in due stagioni. Nella testa del giocatore è già forte il pensiero del futuro, che per lui si chiama Barcellona: dal 1° luglio, infatti, Trincao sarà ad allenarsi con Messi – con il club granata che ha fissato la clausola rescissoria a 500 milioni. Il tutto per la “modica” cifra di 30 milioni di euro, la clausola rescissoria che l’Atalanta a gennaio non ha voluto pagare: era l’ultimo giorno di mercato, il club nerazzurro stava pensando a come sostituire al meglio Ilicic e l’ad Luca Percassi ha provato a chiamare il club per convincerlo a trattare. “Pagate la clausola o non se ne parla“, la risposta del Braga.
Guardandolo giocare, però, il portoghese ricorda per filo e per segno Ilicic. Tecnica, stazza, capacità di restare in equilibrio e difendere il pallone negli uno contro uno identici allo sloveno. Un exploit, quello di Trincao, avvenuto fin da ragazzo grazie al suo enorme desiderio di imparare. Come ha ricordato il suo primo allenatore João Branco: «Voleva sempre migliorarsi. Sempre. E sulle qualità pochi dubbi: era leggero, ma aveva un piede sinistro che non ingannava». Doti innate, come quella di creare umiliazione nell’avversario di turno, incapace di sfilargli via il pallone: «In alcune sessioni – continua l’allenatore – ho partecipato alla classica partitella di fine allenamento. Un giorno, in una di quelle partite, Francisco mi ha fatto diventare un “pugile“: mi dribblava, si fermava e poi guardava indietro ridendo».