Ci siamo fatti spiegare come fa il Frosinone a essere 8° in classifica

by Giacomo Brunetti

Qual è il segreto che porta una neopromossa, imbottita di calciatori provenienti dalla Serie C e giovani senza esperienza, all’8° posto in Serie A? Lo abbiamo chiesto a Ilario Monterisi, uno dei protagonisti del Frosinone: «Semplice, la fame. Quando vedi le categorie inferiori, fai di tutto per non tornarci».

Tre vittorie, tre pareggi, due sconfitte. Il Frosinone di Eusebio Di Francesco piace a tutti. Un mix di calciatori provenienti dalle categorie minori e giovani di talento. L’allenatore può chiamare così il progetto sportivo di quest’anno: rinascita. Per farlo, ha cambiato la quasi totalità del proprio staff. Sono arrivati elementi di valore, tra cui Massimo Neri che ha una grande esperienza tra Nazionale cinese e Fabio Capello (Real, Roma, Juventus, Russia e Inghilterra). Luigi Iervese è il nuovo vice, dopo la separazione con lo storico Francesco Tomei, che accompagnava DiFra dai tempi della Berretti del Pescara nel 2009.

Tra primati e libri di Coelho

Il Frosinone domina in tante statistiche in questa Serie A: è la squadra più giovane del campionato, quella che colpisce più pali e traverse, e pure quella che concede il maggior numero di tiri. Commette più falli di tutti (79) ed è quella che crossa meno (68). Sanno come dominare la pressione: sono quelli che hanno subito più angoli contro.

Il primo obiettivo era ricreare l’alchimia perfetta della scorsa stagione, quando una squadra giovane ha vinto il campionato di Serie B con Fabio Grosso in panchina. Monterisi era in quella rosa: «Il gruppo è cambiato, ma stiamo provando a ricreare l’alchimia e la dinamica che si era formata nella passata stagione. Se sbaglia uno, un altro recupera. Funziona così. Tutti vogliamo metterci in mostra, sappiamo che è una grande opportunità».

Il capitano del gruppo è Luca Mazzitelli, uno dei pochi con esperienza in Serie A. Nei Giovanissimi della Roma, Montella gli regalò un libro per Natale: “L’alchimista” di Paulo Coelho. Proprio lui è chiamato a tenere unito il gruppo, anche in campo: con 2 gol, è il miglior marcatore insieme ad Harroui e Soulé. Ecco, ora ne parliamo di Soulé: «Ora come ora, Soulé è quello che tecnicamente mi stupisce. Per essere un 2003, ha una tecnica spaventosa», ci confessa Monterisi. Ne ha segnati 2 di testa, che fanno 3 su 3 proprio di testa in Serie A (anche il primo, lo scorso anno, con la Juventus).

L’inesperienza e i talenti

Solo 3 big come Milan, Inter e Napoli hanno creato più expected goals per tiro del Frosinone (0.133), che si è presento alla prima giornata con soltanto 4 calciatori (Mazzitelli, Marchizza, Romagnoli e Harroui) con una sostanziale esperienza in categoria. L’avversario erano i campioni d’Italia.

Il mercato ha portato molti giocatori che devono formarsi da grandi squadre. Monterisi ci ha detto che pensava «di trovare una risposta differente. Invece sono stati tutti disponibili e non  ti fanno sentire di provenire da Juventus, Bayern Monaco o Real Madrid. Hanno capito dove si trovano, magari nei primi giorni hanno mascherato alcune sensazioni, ma questa tappa del percorso è fondamentale e il Frosinone è un posto top dove crescere».

Tra i talenti che hanno firmato c’è anche Arjon Ibrahimović. Impossibile non chiedere: «Sì, all’inizio lo abbiamo massacrato.  Lo chiamavamo di continuo: ‘Ehy Zlatan!’». E poi Reinier, dal Real Madrid: «Sempre sorridente, sempre disponibile.  Sta anche imparando  la lingua ed è molto  intelligente». Una partita e una rete per il brasiliano. Avanti.