Gasperini ricorda: «Quando siamo tornati da Valencia, Bergamo era un’altra città»

by Redazione Cronache
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Gian Piero Gasperini, tecnico dell’Atalanta, è intervenuto durante il Festival dello Sport di Trento, parlando della sua esperienza con il Covid-19.

MOMENTO PEGGIORE – «Il momento più duro è stato quando siamo tornati da Valencia, Bergamo era un’altra città. Si sentivano soltanto sirene, si leggevano situazioni drammatiche».

ESPERIENZA PERSONALE – «Ho avuto il Covid-19 senza saperlo, con grande paura. Succedeva un po’ a tantissima gente, io ho avuto dei problemi per qualche giorno, ma a livello respiratorio non ho avuto problemi di questo tipo. Ho tremato perché succedeva a chiunque in qualunque momento. Tutto questo era inimmaginabile».

GOMEZ – «Non è sempre stato tutto rose e fiori. Il Papu ha avuto sempre valori molto forti, abbiamo cercato sempre di lavorare per l’Atalanta. Il Papu tendeva ad allenarsi poco, nella sua mentalità è così anche se adesso non salta un allenamento. C’è stato qualche momento di tensione, ma i momenti di frizione sono stati pochi. È stato un grande aiuto, mi ha aiutato nei rapporti nei giocatori».

PALOMINO – «Aveva altre abitudini, ma mi ha seguito davvero molto: ha provato un calcio diverso. Il suo modo di intendere il calcio era difendere e limitare, ma la sua partecipazione era ridotta. Non era facile, lui è arrivato già maturo: riuscire ad incidere con giocatori già formati non è mai semplice. Lui ancora oggi è straordinario anche negli allenamenti. Può sembrare meno abile nella costruzione del gioco, ma è cresciuto molto sotto questo punto di vista».

SQUADRA – «Credo che la nostra squadra sia composta da giocatori di grande livello. Per molto tempo ci hanno detto che corriamo di più, ma siamo nella media. I valori tecnici sono di livello, altrimenti non realizzi 98 gol. Occorre condizione, ma anche qualità. La mia idea di calcio è quella di coinvolgere tutti, credo che c’è stata molta applicazione da parte dei ragazzi. Noi ci alleniamo moltissimo con la palla, la parte principale è questa».

SPOGLIATOIO – «Io non sono uno che guarda i giocatori fuori dal campo. È importante ritrovarsi nello spogliatoio: la nota fondamentale è che all’interno non ci sono comportamenti fuori dalle righe. Sono i giocatori i primi a farlo: se qualcuno sbaglia sono i primi a riprenderlo. Anche la proprietà ha questi valori. I comportamenti e l’educazione sono fondamentali: quando rappresenti l’Atalanta devi avere dei comportamenti adeguati, sono loro i primi a non accettare cose strane».

ILICIC – «Torna. Sono stato tra i più scettici, ma ora sono fiducioso perché sta dando delle risposte incredibili, penso che tornerà molto presto. Se ripercorro questi anni ci sono tante cose incredibili. Come ad esempio le partite giocate in stadi non nostri, senza pubblico, ma la squadra è cresciuta e i valori si sono trasmessi tra i giocatori, anche tra chi non è bergamasco o italiano. Lammers e Miranchuk hanno già capito lo spirito di appartenenza».